Ottobre è, in Italia, il mese di avvio della campagna antinfluenzale, che vede confermata anche quest’anno la possibilità di ricevere il vaccino contro l’influenza assieme alla vaccinazione anti Covid-19 nel corso di un’unica seduta.
Limitare la trasmissione dei virus respiratori, ridurre il numero di ospedalizzazioni e proteggere le persone più fragili dalle conseguenze più severe sono i principali obiettivi della campagna: il Piano nazionale di prevenzione punta a una copertura vaccinale del 75% tra le categorie a maggiore rischio di patologia complicata (elenco completo dei soggetti a rischio sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità) con un obiettivo ottimale del 95% per garantire una protezione efficace all'intera popolazione.
Come si iscrivono, in questo quadro di prevenzione, le persone con Hiv? «Rientrano tra coloro a cui la co-somministrazione è fortemente consigliata, avendo un aumentato rischio di sviluppare la malattia severa o complicanze correlate all’infezione influenzale», evidenzia il dottor Marco Montalti del Settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna. «Ciò si addice in particolare a chi presenta una conta di CD4 molto bassa per via di un compromesso sistema immunitario o dell’assenza di una terapia antiretrovirale in atto, ma vale in generale per tutte per persone che vivono con Hiv».
All’efficacia del vaccino antinfluenzale, e alla sua sicurezza per la salute, si somma l’assenza di controindicazioni col piano terapeutico di chi è in cura per Hiv: «La vaccinazione non interferisce in alcun modo coi farmaci antiretrovirali né influenza l’evoluzione dell’infezione da Hiv. Permette piuttosto di scongiurare le conseguenze più pericolose. Lo stesso vale per il vaccino contro il Covid-19, co-somministrato nel corso della stessa seduta».
La co-somministrazione è dunque consigliata alle persone con Hiv?
«E’ fortemente raccomandata: come l’antinfluenzale, così l’anti Covid-19 mette costoro - altrimenti più esposti - al riparo dalla malattia severa. E’ inoltre bene ricordare che, oltre a questi due vaccini stagionali, ve ne sono altri - come la vaccinazione contro lo Pneumococco ed il vaccino anti Herpes Zoster - che le persone che vivono con Hiv sono invitate a fare nel corso dell’anno. Il motivo è sempre lo stesso: evitare malattie gravi».
Perché ripetere la vaccinazione antinfluenzale annualmente?
«Perché il vaccino è aggiornato, di anno in anno, per i ceppi maggiormente circolanti. L’OMS ha decine di centri sentinella in giro per il mondo, e, dal momento che nell’emisfero australe è inverno quando da noi è estate, i ceppi circolanti in Australia sono quelli studiati per realizzare modelli matematici di previsione. Così è possibile anticipare ciò che accadrà dalle nostre parti nell’arco della stagione invernale e di quella primaverile».
Vaccinarsi è il modo più efficace per prevenire l’influenza e le sue manifestazioni più gravi?
«Sì, la vaccinazione protegge tutti, in particolare le persone con specifiche condizioni patologiche o di esposizione a sequele severe di malattia: vaccinandosi resta possibile ammalarsi, beninteso, ma si escludono le complicanze peggiori».
A chi possono richiedere, la vaccinazione, le persone con Hiv?
«Possono richiederla, senza sostenere alcun costo, al medico di medicina generale, ma anche, altrettanto gratuitamente, agli ambulatori di Igiene Pubblica delle Ausl e in alcuni reparti ospedalieri (ad esempio, se offerta dalle Malattie Infettive. Più info sul sito della Regione Emilia Romagna, sezione Salute)».
Quando è consigliabile vaccinarsi?
«Anche se la stagione antinfluenzale spazia dall’inizio di ottobre alla primavera inoltrata (febbraio/marzo), è fortemente raccomandato vaccinarsi il prima possibile, così che il vaccino possa coprire l’intera stagione riducendo la finestra di mancata copertura. Il picco influenzale cambia di anno in anno: solitamente è previsto fra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio (con possibili anticipi) ma per garantirsi un’efficace copertura anticorpale è raccomandato ricevere la propria dose entro il mese di novembre».
Con quanto anticipo va fatta la richiesta al medico?
«Il medico di medicina generale è già in possesso dei vaccini (forniti dal 7 di ottobre). Le tempistiche dipendono dall’organizzazione di ogni nucleo di medici di famiglia: se ad esempio è stato stabilito un giorno settimanale dedicato alle vaccinazioni, è facile ipotizzare che ci sia già stata una calendarizzazione (con relativi tempi d’attesa). Ma i medici di medicina generale sanno che la positività al virus Hiv determina una corsia preferenziale: contattandoli, le persone con Hiv hanno diritto alla somministrazione della propria dose in tempi brevissimi».
In una coppia sierodiscordante (composta da un partner Hiv positivo e un partner Hiv negativo) è consigliabile la vaccinazione ad entrambi?
«Sì: per ridurre al minimo le possibilità di trasmissione, la vaccinazione è raccomandata anche ai conviventi o familiari di persone con aumentato rischio di sviluppare la malattia. Ciò non vale soltanto per i partner o familiari stretti di persone con Hiv, ma anche per chi convive con donne in gravidanza, persone con insufficienza renale, e, più in generale, con persone ritenute fragili. I così detti ‘caregiver’ possono richiedere il vaccino direttamente in farmacia, presentando una semplice autocertificazione (scaricabile sul sito della Regione Emilia-Romagna alla voce “modello di autodichiarazione” https://caregiver.regione.emilia-romagna.it/sono-caregiver)».
E’ il paziente a richiedere la co-somministrazione del vaccino (o il medico a proporla)?
«Dovrebbe essere il medico a raccomandarla, assieme agli altri vaccini. Se così non fosse, l’invito è a contattare il proprio medico di medicina generale e farne attivamente richiesta».
E’ necessario fare un tampone Covid, prima del vaccino?
«No. E anche se si è avuto il Covid di recente - vista l’alta circolazione del virus nelle ultime settimane - non c’è alcuna controindicazione: il vaccino si può fare ugualmente».
Ribadiamo l’assenza di controindicazioni (anche) per le persone Hiv positive.
«La vaccinazione è sicura, non interferisce in alcun modo con le terapie che una persona con Hiv sta facendo - compresa, come detto, quella antiretrovirale - e non presenta alcun tipo di controindicazione per la salute delle persone. Vaccinarsi è fare la cosa giusta».