Leggiamo con stupore una lettera a firma del Prof. Luigi Melini dal titolo "Non confondiamo amore e contraccezione", presidente dell'Associazione Medici Cattolici di Modena, apparsa sul Resto del Carlino, edizione Modena, dell'11 dicembre 2007, pag. XV.
In essa si contestano le politiche sanitarie assunte dal Comune di Modena in occasione della Giornata Mondiale di Lotta all'AIDS, tese a promuovere il fatto che il preservativo possa essere reperito a prezzi scontati in tutte le tabaccherie (cito testualmente). Si contesta inoltre l'iniziativa dell'Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena che, con la Sua campagna "Proteggi l'Amore", ha chiaramente indicato come principalmente l'uso del profilattico sia una modalità consolidata per la prevenzione dell'HIV/AIDS e di altre malattie sessualmente trasmesse.
Giocando con le parole in modo equivoco, la lettera cita delle percentuali tratte "dalla letteratura" (20-30% di rischio di acquisizione dell'infezione da HIV in presenza di rapporto protetto) che sono completamente false. E' ben noto da molti anni che l'impiego costante e corretto di tale mezzo di barriera (preservativo) fornisce un elevato livello di protezione, anche se ovviamente deve essere considerato il rischio che possa rompersi o scivolare via, e la possibile permeabilità di alcuni tipi di preservativo in lattice al virus. Ma si tratta di percentuali risibili, quasi teoriche. Quali persone che da numerosi anni si occupano scientificamente del problema HIV/AIDS, non capiamo da dove vengano le percentuali indicate dalla lettera in oggetto, nè per quale motivo (se non ideologico) vengano fornite in questo modo.
Quanto promosso dal Comune di Modena, inoltre, è assolutamente in linea con quanto attuato dal Ministero della Salute e dalla Regione Emilia Romagna, nonché dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ben distinguono un aspetto "sanitario" da uno morale, lasciato alla persona, pur sensibilizzando, nelle loro campagne, la popolazione al senso di responsabilità per tutelare la propria salute e quella altrui. La storia - e le vere percentuali - insegnano che quando si tratta un tema, per molti ancora tabù, come quello del sesso, gli atteggiamenti proibizionisti propri di certi ambienti indicanti l'astinenza come unica via di salvezza sono sempre stati inutili, quando deleteri.
Stupisce molto come si possa ancora dare spazio a informazioni così "deviate" e non scientificamente consistenti, che confondono la contraccezione con la protezione dalle malattie sessualmente trasmesse e che concludono con un ritornello che suona: "Far coincidere l'amore con il sesso libero è un errore grave con caduta diseducativa alla società intera. Se si vuole fare vera prevenzione occorre affidarsi anche alla responsabilità e alla maturità delle persone e non solamente ad artifici meccanici". Queste conclusioni non competono minimamente un tema di educazione sanitaria proprio delle nostre Istituzioni, che invece bene hanno interpretato non solo le modalità di protezione verso molte malattie sessualmente trasmesse, ma anche la responsabilità dell'individuo nell'intraprendere comportamenti adeguati.
Dopo oltre 20 anni di epidemia e milioni di morti, non si dovrebbe nemmeno più considerare pericolose posizioni di questo tipo, concentrandosi invece, come le nostre Istituzioni sia nazionali che locali stanno facendo, su programmi di informazione, prevenzione e responsabilità.
Lettera inviata dal Dr. Simone Marcotullio, Membro della Commissione Nazionale per la lotta contro l'AIDS e dal Dr. Andrea Cossarizza, Professore di Immunologia, Università di Modena e Reggio Emilia, al quotidiano "Il Resto del Carlino - Modena".