Estate e infezioni sessualmente trasmesse: come viaggiare sicuri e consapevoli
I consigli dell’infettivologo per un’estate a zero contagi
Ph Angelo Pantazis Via Unsplash
A causa del riscontrato aumento, in tutta Europa, delle infezioni a trasmissione sessuale (+ 48% dei casi di gonorrea, + 34% dei casi di sifilide, +16% dei casi di clamidia nel 2022 rispetto al 2021), l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha raccomandato a tutti, in particolare alle persone in partenza per vacanze, festival e viaggi nel corso della stagione estiva, di mantenersi informati e praticare sesso sicuro.
Sessuologi ed esperti di biologia evoluzionistica sono concordi nell’affermare che all’aumento delle temperature esterne, in primavera-estate, consegua una maggiore circolazione sanguigna (fenomeno capace di “imitare” i segni di eccitazione sessuale rendendo le persone più inclini alla libido) e che gli accresciuti livelli di luce - responsabili di un aumento della serotonina, ormone regolatore del tono dell’umore e di una serie di funzioni biologiche fra cui quella sessuale - abbiano impatti positivi sull’umore e il desiderio fisico, rendendo le persone potenzialmente più aperte e ricettive nel periodo caldo.
Con l’allungarsi delle giornate, inoltre, le donne sono spesso interessate a tassi più elevati di ovulazione (da cui un aumento potenzialmente significativo del desiderio sessuale), mentre gli uomini possono essere soggetti a incrementi del livello di testosterone. Tuttavia, al documentato incremento della libido in ambo i sessi non corrisponde una maggiore consapevolezza da parte delle persone - sopratutto di chi viaggia - nella prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale (IST):
Secondo i dati diramati nel corso di ICAR 2024, l’Hiv, le epatiti virali, il papilloma virus e le infezioni batteriche causate da clamidia, gonorrea e sifílide sono in preoccupante aumento in Italia, soprattutto fra i giovani, con particolare incidenza nel periodo estivo. Le cause? Scarse informazioni e pochi test di screening sanitari.
In estate, i comportamenti a rischio sono talvolta favoriti dall’uso di sostanze stupefacenti e da uno spontaneo abbassamento delle soglie di guardia, riscontrabile soprattutto nei viaggiatori a lungo raggio: in media, maggiore è la distanza da casa minore è il “controllo sociale” che si esercita, come sottraendosi alle convenzioni imposte dalla vita ordinaria.
Al sesso occasionale si aggiunge l’oramai diffusa pratica dell’organizzazione di vacanze a scopo sessuale: sono le così dette “sex vacation”, un vero e proprio motore turistico in grado di fagocitare un business a sei zeri e di esporre le persone a "reti sessuali" diverse da quelle del paese di appartenenza, con impatti tanto sulla salute chi viaggia quanto su quella di chi resta (gli abitanti delle mete interessate, i familiari o i partner al rientro).
Per minimizzare i rischi di un simile fenomeno sono nati diversi progetti preventivi: tra questi, un programma di ricerca condotto a Boston e Pittsburgh tra il 2016 e il 2017 su un campione di 54 partecipanti istruiti e benestanti di sesso maschile, di età compresa fra i trenta e i quarant’anni, prossimi alla partenza per un viaggio con finalità sessuale, ha previsto il seguente intervento sanitario:
- 1 screening IST 2 settimane prima del viaggio (comprensivo di test Hiv).
- 1 visita di iscrizione al programma di ricerca almeno 1 settimana prima del viaggio, con fornitura di PrEP per via orale e “raccomandazioni conservative” (di assunzione quotidiana dei farmaci per 7 giorni prima, durante e 7 giorni dopo il viaggio).
- 1 visita post viaggio, entro 3 giorni dal ritorno, con valutazioni sull’aderenza ai farmaci.
- 1 visita di controllo dopo 3 mesi (comprensiva di test Hiv).
Al ritorno, 3/4 dei partecipanti ha riferito di avere avuto rapporti sessuali senza preservativo e quasi 1/3 ha dichiarato di avere fatto uso di droghe a scopo ricreativo. Gli esami del sangue hanno mostrato, in quasi tutti i partecipanti al programma di ricerca, livelli di farmaco indicanti l’assunzione quotidiana corretta della profilassi pre-esposizione (PrEP). Poco meno di un terzo ha riportato alcuni effetti collaterali (più comunemente diarrea, flatulenza o nausea). Nessuno ha interrotto precocemente la PrEP. Nessuno ha contratto il virus Hiv. E più del 70% dei partecipanti ha dichiarato di essere interessato a continuare la PrEP dopo il termine delle vacanze.
«Il sesso è una componente importante del benessere che le persone legittimamente cercano, soprattutto durante le vacanze» sottolinea Giovanni Guaraldi, medico infettivologo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e fondatore del sito helpAIDS.it
«Tuttavia, i viaggi possono diminuire la consapevolezza dei rischi per le malattie a trasmissione sessuale in quanto la lontananza da un ambiente famigliare allenta il controllo sociale dei nostri comportamenti. E’ importante che gli operatori sanitari, al pari di tutti coloro si si occupano di promozione della salute, parlino degli strumenti di prevenzione ai viaggiatori. Ci sono interventi semplici, come suggerire di includere i profilattici quando si preparano i farmaci da viaggio, ma anche valutare la disponibilità della PrEP come strumento efficace per la prevenzione da HIV tanto negli uomini quanto nelle donne. Il rientro dal viaggio rappresenta inoltre un’importante opportunità per uno screening sulle malattie a trasmissione sessuale, utile a de-stigmatizzare questi test (che dovrebbero essere sistematicamente offerti a tutte le persone sessualmente attive)».
SITOGRAFIA:
https://www.dtapclinic.com/articles/hiv-prep-for-travel-things-you-need-to-know/
https://www.aidsmap.com/news/aug-2020/short-term-prep-gay-men-going-holiday-feasible-and-acceptable
https://www.havaslife.it/life-science/doxy-pep-una-nuova-terapia-per-prevenire-le-infezioni-a-trasmi...
https://inews.co.uk/inews-lifestyle/why-more-sex-summer-according-science-2442551
https://www.dw.com/en/sex-tourism-when-conscience-takes-a-vacation/a-62710636
https://www.irishexaminer.com/news/arid-41408774.html
