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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di anto_cist del 10/08/2006

Scheda quesito

Nickame:
anto_cist
Data:
10/08/2006
Quesito:
vi posto un mio precedente quesito e la vostra risposta: anto_cist, 01.08.2006 desidero sapere quali sintomi si manifestano per certo o si possono menifestare nelle settimane e nei mesi successivi ad un contatto a rischio. resta inteso che comunque effetuerò i test dovuti indipendentemente dalla vostra risposta. vi rigngrazio. anto_cist Risposta Salve Anto_cist, in una parte dei pazienti con infezione primaria da hiv, dopo 3-6 settimane dalla trasmissione, si manifesta una sindrome simil-mononucleosica, con febbre, ingrossamento linfonodale, mialgie, faringite, eruzioni cutanee morbilliformi. Il quadro clinico può più raramente esordire con un interessamento del sistema nervoso od epatico o con una candidosi orale. Saluti. C. Stentarelli Vi chiedo: quando dite che raramente ci può essere esordio con interessamente del sistema epatico, tale interessamento come si manifesta fisicamente? risulta anche da analisi cliniche e da quali? ho inoltre effettuato il test hiv 1 e 2 a 66 giorni da un rapporto orale passivo non protetto con una prostituta 50enne (io ne ho 58), durato 2/3 minuti, con pene semiflaccido; questo è il risultato del test: Markers epatici: valore 0,24. se valore da 0 a 0,90 non reattivo; se valori superiori a 1,00 reattivo. secondo il laboratorio d'analisi il test è negativo, anche se non ho capito che tipo di test è. mi potete aiutare e informare? grazie.
Risposta di risponditore non trovato:
Salve Anto_cist, raramente il quadro di infezione primaria da hiv può esordire con un'epatite acuta (che vale a dire aumento consistente e rapido nel sangue delle transaminasi ed una sintomatologia caratteristica). Ricordiamo che la sintomatologia non permette di fare diagnosi di HIV ma è necessario eseguire il test. Per avere il risultato definitivo il test sarà da ripetere ad almeno 90 giorni dal contatto a rischio. Saluti. C. Stentarelli, dr.ssa Luzi K.