Scheda quesito
- Nickame:
- beck30
- Data:
- 29/12/2005
- Quesito:
- Gentili medici ed esperti di questo più che meritorio sito,
vi espongo il mio caso, nel cui ricordo sono imprigionato, e vorrei in qualche modo uscirne, è davvero ansiogeno.
Circa un mese fa (il 31 novembre), erano le 11 di sera, camminando lungo una strada non troppo illuminata di Roma, che conduce a quel trafficatissimo quartiere del divertimento notturno della capitale che è il Testaccio,
ho calpestato qualcosa e, dal rumore sentito, ho pensato potesse essere un oggetto di plastica dura.
E certo non era carta.
Purtroppo, essendomene pienamente reso conto dopo una quindicina di secondi, non ho controllato "visivamente" cosa fosse (anche perché ero in comitiva, e non volevo fare la figura del paranoico, fermandomi e tornando indietro a controllare...).
Dopo un'ora ho cominciato a fissarmi: "e se avessi calpestato una siringa?". E a colpevolizzarmi: "Perché non ho verificato subito cosa fosse, guardo sempre per terra, controllo sempre!".
Non ho avuto la sensazione di essere punto da qualcosa: che dite, se mi fossi punto, me ne sarei accorto nitidamente? Mi avrebbe fatto male il piede, avrei perlomeno avvertito un certo fastidio sulla zona interessata, se non subito, nel prosieguo della serata?
Tornando a casa dopo tre ore mi sono controllato i piedi e non ho trovato segni particolari né tracce di sangue sui calzini (e nemmeno sui piedi): posso stare sicuro? se mi fossi punto, per correre qualche rischio avrei dovuto tagliarmi, avrei dovuto perdere un po' di sangue? E avrei dovuto inequivocabilmente, immediatamente accorgermene?
I miei familiari mi hanno tranquillizzato (anzi, mi prendono in giro), così come il mio medico di famiglia. Mi dicono che sulle strade si trova di tutto, che non è detto fosse una siringa, anzi, che è molto difficile... (e quella non era propriamente una strada di periferia); e che, anche se fosse stata una siringa, non avrei potuto pungermi perché tra l'ago e il mio piede c'era una barriera, un muro: la gomma sotto le scarpe... E che se - ironia della sorte - mi fossi punto me ne sarei reso conto velocemente, una puntura fa male, uno dovrebbe tagliarcisi...
Ho letto inoltre che nella letteratura scientifica non sono mai stati accertati casi di trasmissione dell'hiv attraverso una puntura accidentale con una siringa abbandonata
(ma poi ripeto a me stesso, per esorcizzare la mia paura, facendo appello alla razionalità: non so se era una siringa, e non credo di essere stato punto! Non rischio nemmeno l'epatite!).
Vi ringrazio,
e vi chiedo scusa per la prolissità e l'eventuale leggera confusione mentale (innescata dal pensiero fisso) che traspare da queste mie righe.
- Risposta di risponditore non trovato:
- Gentile Beck, nell'episodio che ci ha raccontato lei non ha corso rischi di infezione.
Nella sua lunga lettera cita i pareri tranquillizzanti di diverse persone, compreso il suo medico, ma, come da solo afferma, si sente prigioniero di un pensiero fisso che non le permette di utilizzare le risposte corrette che ha già ricevuto. E' per parlare di questo pensiero rigido che potrebbe rivolgersi, di persona, ad una consulenza psicologica.
Cordiali saluti
dr.ssa M. Durante