Scheda quesito
- Nickame:
- elektron
- Data:
- 02/09/2005
- Quesito:
- Circa 2 anni fa ho avuto un rapporto non protetto con una ragazza che aveva già avuto in passato rapporti di varia natura.
Circa un mese dopo ho avuto sintomi da mononucleosi, così il medico mi ha prescritto analisi per effettuare il test del virus Epstein-Barr, al quale sono effettivamente risultato positivo.
Nel foglio delle analisi, riguardo a tale virus, c'erano due voci. In una risultava PRESENTI mentre nell'altra no. Chiedendo delucidazioni al medico mi disse che nella fase iniziale, quella contagiosa, devono figurare effettivamente solo quelli che erano presenti.
Tutto ok dunque, ho avuto solo mononucleosi.
E' quasi un anno però che a periodi alterni mi ritrovo le ghiandole del collo gonfie.
Ho troppa paura di effettuare il test dell'HIV. Se il risultato dovesse essere positivo potrei cadere in un buco nero. Che cosa posso fare per accertarmi che le cause di queste ghiandole gonfie sono da ritrovare in qualcos'altro?
So che l'unico modo per avere la certezza è il test HIV, ma credetemi, preferisco non saperlo piuttosto che effettuarlo. Nei minuti che precedono la consegna della busta col risultato potrei morire di cardiopalmo.
Grazie per quello che state facendo!
- Risposta di risponditore non trovato:
- Gentile Elektron,
ci riferisce di soffrire di una lieve linfoadenopatia ricorrente: quest'ultimo disturbo è altamente aspecifico e non utile a porre diagnosi di alcuna patologia.
Riferisce inoltre di aver avuto in passato un rapporto a rischio e di aver poi avuto dei sintomi aspecifici; al test per la mononucleosi è risultato positivo. Tuttavia, non si è sottoposto al test HIV. Anche se siamo consapevoli di quanto possa essere stressante aspettare il risultato del test HIV, le consigliamo di effettuare il test. D'altronde, lei stesso ci scrive che è consapevole del fatto che il test è l'unico modo per sapere se si è sieronegativi o positivi.
Per effettuare il test può rivolgersi alla clinica di Malattie Infettive più vicina a casa sua.
Distinti saluti.
S. Zona, dott.ssa Cinzia Cappi