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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di brownstone del 22/07/2005

Scheda quesito

Nickame:
brownstone
Data:
22/07/2005
Quesito:
Gentile Staff di Helpaids, ho letto più volte tra le vostre risposte l'affermazione che, con test di terza e quarta generazione, vengono rilevati di routine anche i tipi e sottotipi più rari di hiv, come 2 - N e O. Leggo poi, in una vostra risposta recente, un'affermazione del genere: "Salve Gospels, i sottotipi di HIV che a volte sfuggono al test ELISA sono HIV1-O, HIV1-N ed HIV2: sono sottotipi molto rari e la loro ricerca non rientra nella routine proprio per questo motivo. Questi sottotipi vengono ricercati solo a discrezione dell'infettivologo che, valutata la situazione clinica ed epidemiologica della persona, ritenga fondato il sospetto di infezione con sottotipi di HIV rari." Ora, avendo avuto in passato comportamenti che mi hanno esposto ad un potenziale (per quanto improbabile) rischio di infezione anche con i succitati ceppi rari, ed avendo io considerato chiusa la questione hiv dopo due test (l'ultimo a tre mesi dall'ultimo rapporto a rischio) facendo affidamento sulle vostre parole, mi trovo ora a dover dubitare nuovamente della mia sieronegatività. Vi prego quindi di darmi ulteriori delucidazioni sulla questione, e di essere in futuro meno contraddiori, visto che chi vi legge si fida di voi, e in base a quello che scrivete fa scelte che condizionano la propria vita e quella delle persone che ama. Detto questo, vi esprimo la mia stima per quello che fate e, attendendo risposta, vi auguro buon lavoro.
Risposta di :
Gentile brown Stone, grazie per la segnalazsione che discuteremo nelle nostre equipe quindicinali. L'informazione fornita a Gospels è imprecisa e a nome dell'equipe di helpAIDs mi scuso. Confermo che i test ELISA di III e IV generazione identificano HIV 2 e i sierotipi N e O di HIV1. In base a quanto riferito, lei non necessita di ulteriori indagini sierologiche. Cordiali saluti. Dr. G. Guaraldi