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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di andrea del 15/04/2005

Scheda quesito

Nickame:
andrea
Data:
15/04/2005
Quesito:
Gent.le Dott.Guaraldi, ho letto con molta attenzione il sito, ora volevo porle un quesito. Ho compreso che l'andamento delle sieroconversioni segue una gaussiana con un picco che va dalla 4 alla 8 settimana. Dopo un rapporto a rischio ho effettuato a 12 settimane un test elisa (negativo) e una PCR per DNA (negativo). La PCR a questa distanza, mi mette al sicuro anche da, seppur poco probabili, sieroconversioni tardive? E' possibile che il virus, se presente, non venga ancora rilevato dalla PCR? I soggetti che sieroconvertono tardivamente, di solito hanno qualche patologia già identificabile a priori, immunodepressi....ecc, oppure possono essere anche persone con un sistema immunitario "nella norma"? Grazie per la risposta. Andrea
Risposta di :
Gentile Andrea, un test ELISA negativo a 12 settimane da un comportamento a rischio ha di per se valore definitivo, la PCR conferma questo esito rappresentando un esame anora più sensibile per identificare le sieroconversioni precoci. I casi di sieroconversione terdiva possono associarsi a condizioni quali immunodeficienze congenite (ad esempio agammaglobulinemia). Cordiali saluti Dr. G. Guaraldi