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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di dabo68 del 09/04/2005

Scheda quesito

Nickame:
dabo68
Data:
09/04/2005
Quesito:
a seguito di un rapporto a rischio (rottura profilattico) con persona di cui non conosco lo stato sierologico (credo appartenente alla fascia della popolaz. "normale seppur abbastanza libera nei rapporti), rischio enfatizzato da presenza di sangue mestruale ho provveduto a fare un test Elisa antig/anticorpo a 4 settimane e siccome non mi fidavo della professionalità del centro interpellato, ho ripetuto un test Eia anticorpi presso un asl pubblica a 5 settimane. entrambi sono risultati negativi. Io da circa 10 gg dopo l'evento ho una persistente dolenzia all'ascella sinistra. Volevo chiedere che grado di affidamento devo riporre nei test effettuati?? in una risposta data tempo addietro il DR GUARALDI riferiva che:- a Modena non abbiamo mai documentato sieroconversioni ELISA oltre il 30 gg dalr ischio - i test ELISA di 3° generazione sono molto affidabili.... Pur considerando la possibilità di conversioni tardive in genere avendo la data esatta del possibile contagio è vero che gli anticorpi appaiono al massimo dopo 4 settimane. Capisco che una risposta diretta alla domanda possa creare qualche contrasto con le linee guida ma potrebbe permettere a molti di ridurre un ansia distruttiva nel periodo che intercorre al sucessivo test a 90 gg sia pur nella consapevolezza che in teoria una conversione tardiva può accadere. Certo di una risposta esauriente porgo i miei complimenti a tutto lo staff!
Risposta di :
Gentile dabo68, il suo evento a rischio, come lei stesso sottolineava, è da considerarsi aumentato per il contatto mucoso (rottura del profilattico) con sangue. I test da lei eseguiti sono assolutamente confortanti infatti la disponibilità di kit commerciali di III e IV generazione ha enormemente aumentato la capacità di rilevare anche quantità minime di anticorpi neoprodotti riducendo il periodo finestra talora al di sotto di 1 mese. Questa affermazione rispecchia anche l'esperienza clinica del centro in cui lavoro. Ciò nonostante, trattandosi di una esposizione a rischio aumentatato è necessario ripetere il test a 3 mesi dal contatto. Al contrario se lei fosse in grado di acquisire lo stato sierologico del caso fonte la documentazione attuale sarebbe sufficiente per escludere ogni rischio. Cordiali saluti. Dr. G. Guaraldi