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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di MAX del 05/03/2005

Scheda quesito

Nickame:
MAX
Data:
05/03/2005
Quesito:
Gentili medici, sono uno studente del 4° anno di biologia molecolare presso l'Università di Padova. Ho visto da poco il vs sito, purtroppo causa un rapporto a rischio sto guardando un pò in rete e cerco di integrare le mie conoscenze con ciò che trovo nel web. Ho letto su molte risposte che sostenete che la pcr per hiv rna anticipa solo di pochi giorni il comune test elisa. Al secondo anno di studi ho fatto praticamente pcr per tutto il secondo semestre quindi qualcosina mi sembra di ricordare. In particolare per l'hiv ciò che sostenete può essere vero per chi sieroconverte precocemente ma non per chi lo fa tardivamente. Se una pcr è positiva a 15 gg non è detto che che al mese l'elisa sia positivo potrebbe esserlo anche al secondo o avvicinadosi al terzo se la sieroconversione avviene tardivamente. Quello che sostengo in base ai miei studi universitari è che pcr e elisa non procedono assieme e traslati di un tot di tempo fisso (questo varia a seconda del soggetto). Viceversa, una pcr negativa a 15 gg dal contatto rende improbabile (a meno di errori) una sieroconversione. (perche il virus o c'è o non c'è e le risposte anticorpali non entrano in gioco). E' fantastico vedere dal vivo come funziona una pcr! Chiedo un Vs. parere in merito, sia teorico che, se volete, anche citando casi pratici. Mi complimento per il sito, per ciò che offre e per come è impostato. Buon lavoro. Distinti saluti. MAX
Risposta di :
Gentile Max, sono perfettamente d'accordo che non bisogna pensare che l'identificazione dell'acido nucleico (meglio il DNA provirale che RNA plasmatico) e la degli anticorpi identificabili con test ELISA siano 2 fenomeni conseguenziali. Il primo è un fenomeno virus indotto, il scondo ospite indotto. Ciò nonostante il livello di sensibilità della metodica ELISA di III e IV generazione è tale che non ci è mai capitato di identificare PCR positive per HIV e test ELISA che non avessero almeno una reattività parziale, pertanto, nella pratica clinica la diagnosi di HIV basata sulla PCR precede solo di pochi giorni quella basata sul test ELISA. In questa situazione sarà l'evoluzione temporale del Western Blot a indicare una sieroconversione in atto. Nella protica clinica il test PCR deve essere poi confermato con un secondo campiome per avere valore diagnostico. Mi complimento con il tuo entusiasmo che fa sempre onore a uno studente. Dr. G. Guaraldi