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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di elena del 23/01/2005

Scheda quesito

Nickame:
elena
Data:
23/01/2005
Quesito:
Gentili Dottori, come valutate Voi i casi che si sono verificati di AIDS in assenza di positivizzazione del test per gli anticorpi hiv? Secondo voi è possibile che una persona, seppur infetta e con viremia positiva, non sviluppi mai gli anticorpi specifici, magari per una particolare predisposizione del sistema immunitario? Questo sarebbe molto grave dal punto di vista dello screening sulla popolazione che si affida solo sulla ricerca solo degli anticorpi. Vi ringrazio in anticipo. Elena
Risposta di risponditore non trovato:
Salve Elena, l’esito falsamente negativo dei risultati di un test HIV è dovuto principalmente all’esecuzione del test nel periodo finestra. La percentuale di risultati falsamente negativi varia da uno 0.3% nella popolazione ad alta prevalenza di infezione ad uno 0,001% nella popolazione a bassa prevalenza. I motivi per cui un test HIV risulta negativo anche in presenza dell'infezione sono i seguenti: - Periodo finestra: dopo l’avvenuta infezione da HIV, l’organismo impiega circa 10-14 giorni a formare gli anticorpi, identificati dal test ELISA. Alcune persone sieroconvertono solo dopo 3-4 settimane, ma virtualmente tutti i pazienti sieroconvertono dopo 6 mesi dall’infezione (Am J Med 2000; 109:568). - Sieroreversione: in alcuni soggetti in fase conclamata di infezione da HIV, precedentemente positivi al test ELISA, la debolezza delle difese immunitarie causata dalla malattia determina una scarsa produzione di anticorpi e la relativa negativizzazione del test. Questo può accadere anche all’inizio di una terapia antiretrovirale, nel periodo dell’immunoricostituzione. - Risposta atipica dell’ospite/Agammaglobulinemia: è una malattia molto rara, evidente sin dall'infanzia, che determina un difetto nella produzione di anticorpi. - infezione con sottotipi di HIV rari (HIV1-N, HIV1-O, HIV2): il test ELISA può non riconoscere il sottotipo O (Lancet 1994; 343:1393; Lancet 1994; 344:1333; MMWR 1996; 45:561). Questo sottotipo è piuttosto raro, e solo 2 pazienti con HIV1-O sono stati identificati negli USA fino al giugno del 2000 (MMWR 1996; 45:561; Emerg Infect Dis 1996; 2:209; AIDS 2002; 18:269). Il sottogruppo N è anch’esso piuttosto raro, tant’è che fino al giugno 2000 negli USA non ne era stato segnalato nemmeno un caso (J Infect Dis 2000: 181:470): il test ELISA risulta in genere negativo, mentre il test in Western Blot può essere positivo (Nat Med 1998; 4:1032). Nel caso di HIV2, il test ELISA risulta falsamente negativo nel 20-30% dei casi. Solo nei rari casi in cui i dati clinici e laboratoristici del paziente supportino la diagnosi di infezione da HIV nonostante la negatività del test ELISA, è giustificato mettere in atto tecniche più avanzate per verificare la presenza di HIV nell'organismo: nella maggior parte dei casi basta attendere qualche giorno e ripetere il test ELISA per assistere alla sieroconversione. Saluti. Dott.ssa Cinzia Cappi