Scheda quesito
- Nickame:
- leo55
- Data:
- 13/12/2004
- Quesito:
- Egregi dottori, da mesi sono in angoscia, e scopro adesso il vostro sito che mi pare una fonte molto seria di informazione e insieme un aiuto concreto. Quindi vi ringrazio anticipatamente dei consigli e vado con ordine sul problema.
Dopo un rapporto con rottura del preservativo ad inizio giugno ho iniziato purtroppo ad avere, dopo circa 30 giorni, tutti i sintomi da infezione (tranne febbre che non ho mai avuto): in particolare una fortissima irritazione alla gola, rigonfiamento e dolore fortissimo alle ghiandole sotto ascellari, all’inguine e al collo, spesso un forte senso di astenia con dolori saltuari agli arti superiori o inferiori, talvolta diarrea. L’apice e’ stato a meta’ agosto, e adesso dopo sei mesi esatti dal rapporto a rischio i sintomi permangono, in modo piu’ lieve ma sempre netto e individuabile: permane il costante fastidio alla gola, 2-3 volte alla settimana accuso per l’intera giornata dolore/bruciore e rigonfiameno delle ghiandole linfonodali in tutte le stazioni, molto spesso alla sera ho uno stato di spossatezza e sonnolenza che riesco ad affrontare con grande difficolta’. Visto il mio perfetto stato di salute prima di quel maledetto giorno non riesco ad attribuire se non a quell’episodio questi problemi, ma mi sembra che clinicamente non sia facile capirci qualcosa. Infatti, ho eseguito i seguenti test:
- a 30gg dal rapporto presso AVIS, HIV 1-2 ab negativo, HIV NAT negativo
- secondo test presso struttura pubblica in anonimato a 90 gg, negativo
- terzo test a 4,5 mesi presso struttura pubblica: HIV 1-2 ab, negativo.
Vi faccio le seguenti domande:
1) e’ possibile che l’infezione stia procedendo (magari per un caso statisticamente improbabile, ma possibile) cosi’ lentamente che i sintomi percepiti inizialmente dopo 30 giorni , dopo una fase acuta arrivata fino ad agosto permangono ancora presenti dopo 5 mesi dal loro inizio e dopo 6 mesi dal rapporto a rischio?
2) Se cosi’ fosse potrebbe essersi verificato il fatto che il primo test (che considero il piu’ serio dei tre) non abbia potuto percepire ancora nulla mentre gli altri due sono test sono negativi poiche’ “imprecisi”? Vi dico questo poiche’ del secondo test non mi fido (non mi e’ stato fornito nulla di scritto e non so con che metodo e’ stato effettuato), mentre del terzo test a 4,5 mesi ho avuto solo l’esito come ho detto di HIV 1-2 ab e non del HIV Nat e peraltro questo test e’ stato effettuato con chemiluminescenza potenziata e non ELISA.
3) Infine (non c’entra con HIV, ma se potete vi chiederei un’opinione): insieme con il terzo test ho fatto altri test MST (tra cui epatite, EBV, ecc… ). Sono risultato fortemente reattivo solo a EBV IgG ma negativo a EBV IgM: se i sintomi fossero dovuti a mononucleosi essendo gli stessi ancora in in atto non si sarebbe dovuto riscontrare un valore reattivo anche di EBV IgM?
Infinitamente grato, Leo ‘55
- Risposta di risponditore non trovato:
- Gentile Leo,
cercherò di rispondere esaurientemente alle sue domande.
L'unico modo per essere sicuri che i suoi sintomi, anche se aspecifici, possano essere ascrivibili ad un'infezione acuta da HIV è eseguire il test per l'HIV. Test che lei ha giustamente eseguito e che è risultato negativo anche dopo i 90 giorni dal rapporto a rischio.
Quindi si può escludere un'infezione da HIV. I test da lei eseguiti possono considerarsi sicuri e definitivi. I suoi sintomi che persistono ancora dopo cinque mesi dall'episodio sono da approfondire meglio con il suo medico di fiducia, perchè le cause possono essere diverse.
La presenza di anticorpi IgG per il virus di Epstein Barr (EBV) e l'assenza di quelli IgM indica che lei è venuto in contatto in passato con il virus della mononucleosi.
Cordiali saluti,
dott.ssa S.Ciaffi