Condividi
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di Achille del 24/06/2023

Scheda quesito

Nickame:
Achille
Data:
24/06/2023
Quesito:
Salve dottori, volevo chiedere delle delucidazioni per quanto riguarda i test in uso per diagnosticare la presenza del virus hiv ... se il test di 4 generazione utilizzato e' tarato per per i ceppi piu' diffusi.... come si puo' stare tranquilli con un esito negativo oltre il periodo finestra di non avere un tipo di hiv non diagnosticabile, parlo di ceppi e ricombinanti meno diffusi? Sul sito dell' iss sul tema malattie infettive e hiv riporta questo: La presenza di numerosi sottotipi e CRF può avere importanti ripercussioni sulla sanità pubblica. Infatti, le varianti dei vari sottotipi virali e le CRF possono mostrare differenti capacità di trasmissione, di elusione della risposta immune dell’ospite, di resistenza alla terapia antiretrovirale e di progressione della malattia. Inoltre, la variabilità genetica del virus può avere impatto sulla sensibilità dei test usati per la diagnosi di laboratorio e la misurazione della carica virale del virus nel sangue. Addirittura sul sito Anlaids la referente medica parla che in presenza di sintomi alla quale non e' possibile attribuire una diagnosi certa e test hiv negativo bisogna ricorrere a test di secondo livello oppure al sequenziamento. Io purtroppo a distanza di un anno da un rapporto con rottura del preservativo mi trovo nella situazione test negativo di 4 generazione con metodo cmia e test nat per hiv 1 con cobas 8800 negativo l'ultimo fatto a 8 mesi dal rapporto, ma i sintomi sono devastanti presenti ogni giorno, come dolore alla mandibola, sensazione di bruciore, acido lattico, dolore alle acelle, formicolio alle gambe e al viso.
Risposta di :

Buongiorno,

Il test di IV generazione per la diagnosi di infezione da HIV va a ricercare l’antigene (componente proteico del virus) caratteristico di HIV 1 e gli anticorpi (prodotti dalla risposta immunitaria dell’ospite) verso HIV 1 e 2. Se vi sono dei dubbi rispetto all’esito e/o il sospetto clinico è molto alto, esistono i test di PCR (ricerca dell’RNA virale) e lo studio in immunofluorescenza delle proteine del virus che permettono di completare la valutazione. Lei ha già eseguito il test e l’approfondimento, sempre con esito negativo, puo’ stare tranquillo.

Riguardo quanto letto sul sito dell’ISS: "sottotipi e CRF" si riferisce ai sottotipi di HIV1, tutti individuabili tramite test di IV generazione. Viene sottolineata l’importanza del monitoraggio controllo e studio dei sottotipi in quanto “la variabilità genetica del virus puo’ avere impatto sulla sensibilità dei test usati per la diagnosi di laboratorio e la misurazione della carica virale del virus nel sangue”, dove il puo’ va letto come un “potrebbe teoricamente”.

I suoi sintomi, sicuramente molto fastidiosi e interferenti con la vita quotidiana, sono aspecifici e non riferibili in prima ipotesi a infezione da HIV. Le consiglio di rivolgersi al suo medico curante in modo che possa visitarla e valutare l’eventuale indicazione ad approfondimenti e terapie.
Cordiali saluti, 
dott.ssa Mariachiara Pellegrino
Prof. Giovanni Guaraldi