Buongiorno Antonia,
ci sentiamo di dissentire dall'opinione dei professionisti che ha interrogato. Le punture accidentali rappresentano un potenziale rischio biologico da non sottovalutare, a prescindere dalla tipologia di paziente (tossicodipendente o meno). Le consigliamo pertanto di recarsi presso l'ambulatorio MST o il reparto di malattie infettive a lei più comodo e di programmare uno screening per HIV, HBV ed HCV, così come le consigliamo di invitare sua figlia a sottoporsi ai medesimi accertamenti sanitari.
Siccome ci racconta di essere nata prima del 1980, anno di introduzione della vaccinazione obbligatoria contro l'epatite B, le suggeriamo inoltre di prenotare l'appuntamento per sottoporsi a questa vaccinazione, qualora non l'abbia già effettuata in precedenza.
Ci racconta di aver studiato per fare l'infermiera ma non ci specifica se sia effettivamente laureata e iscritta all'ordine degli infermieri: in caso non sia così le sconsigliamo di continuare l'attività che ci racconta, dato che l'art. 348 del Codice Penale stabilisce che “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000”. In caso sia invece abilitata alla professione le raccomandiamo di utilizzare la massima prudenza nello svolgimento delle sue attività per una maggiore sicurezza sua e altrui e la informiamo che esiste la possibilità di recarsi in Pronto Soccorso in seguito a puntura accidentale per aprire una procedura di infortunio a rischio biologico: in tale sede un medico può valutare il rischio del contatto avvenuto e può consigliarle se intraprendere o meno una terapia di profilassi contro l'HIV (detta anche PPE), la quale presenta un'efficacia massima se iniziata entro le 4 ore (può avere senso iniziarla anche più tardi, ma non oltre le 72 ore successive).
Cordialmente,
dott. S. Pioli, dott.ssa L.Gozzi