Scheda quesito
- Nickame:
- speransoso
- Data:
- 05/09/2004
- Quesito:
- gentili esperti,
ho effettuato su vostro consiglio un test elisa a distanza di tre mesi dal rapporto a rischio... il risultato, grazie a Dio, è stato negativo! Dopo aver provato ogni sorta di sintomo genericamente riconducibile ad un'infezione acuta da HIV (durati all'incirca dal quinto fino al quarantacinquesimo giorno dal rapporto a rischio) ora mi sento benissimo...il mio emocromo, come al solito, è a posto (ne ho effettuati 3 nel giro di tre mesi...tutti con valori nella norma). L'unica cosa che rimane è una leggera linfoadenopatia laterocervicale e subascellare...mi piacerebbe tanto sapere se è normale che i linfonodi siano palpabili in queste zone anche se temo che non sia così.
Un amico medico mi ha fatto un'ecografia all'addome dicendo che gli organi interni sono a posto e non ingrossati (linfonodi compresi)...
Il secondo quesito è...perchè l'ISS continua ad affermare che un test per HIV è definitivo solo dopo sei mesi? ...è davvero troppo imoprtante trovare una risposta a questa domanda... i medici infettivologi con cui ho parlato mi han detto che non hanno mai assistito ad una positivizzazione del test dopo i tre mesi (se non dopo il primo). Voi dite, in buona sostanza, quasi la stessa cosa...eppure...l'ISS ribadisce! Difformità di pareri così marcata (6 mesi sono esattamente il doppio di tre) pone grossi problemi anche in relazione alla diffusibilità del virus... Si pensi a chi decide di avere determinati rapporti non protetti con persone non infette perchè a tre mesi è risultato negativo... Ci sono evidenti problemi anche sul versante della responsabilità penale per contagio da hiv (oltre che civile ai sensi dell'art.2043 del codice civile)...
...vi ringrazio
- Risposta di :
- Gentile Speransoso,
innanzitutto le ricordo di avere sempre rapporti protetti, anche con un suo test HIV negativo; solo se ha una relazione monogamica ed è sicuro della sieronegatività HIV di entrambi può permettersi di non usare il profilattico.
Per quanto riguarda i linfonodi laterocervicali e ascellari sono praticamente sempre palpabili, ma ciò non vuol dire che ci sia un'infezione in atto.
In quanto al suo secondo quesito, le linee guida dei Centers for Diseases Control di Atlanta (la più prestigiosa organizzazione epidemiologica del mondo), reperibili al sito www.cdc.gov, ritengono improbabile un periodo finestra superiore a 90 giorni per svelare la presenza di anticorpi anti-HIV.
Un controllo a tre mesi dall'episodio a rischio è quindi sufficiente per escludere un'infezione HIV.
Cordiali saluti,
dott.ssa S.Ciaffi.