Scheda quesito
- Nickame:
- paranoia4
- Data:
- 06/05/2019
- Quesito:
- Salve,
ho avuto due rapporti penetrativi non protetti con una ragazza a distanza di 8 giorni l'uno dall'altro.
A distanza di circa 7/15 giorni, mi sono comparse delle afte (circa 4) sulla lingua. Dopo una ricerca in rete, sono letteralmente caduto in depressione, convinto di aver contratto l'hiv.
A quel punto la testa ha iniziato ad andare per i fatti suoi, ho smesso di vivere. Non riuscivo a dormire, avevo attacchi di panico, non riuscivo più neanche a lavorare. Ne ho parlato con questa ragazza, che mi ha confermato di non aver alcun virus e/o malattia ed ha cercato sempre di rassicurarmi.
Deciso a riprendermi in mano la mia vita, ho effettuato un primo test di quarta generazione con prelievo presso una struttura acreditata a 32 giorni dal primo rapporto e 24 dal secondo, con esito "non reattivo".
Ho iniziato piano piano a ripartire, ma qualche giorno dopo ho avuto un raffreddore fortissimo con mal di gola che mi ha rispedito diretto nel baratro. Decido di effettuare un secondo test (sempre di quarta generazione presso la medesima struttura) a 48 giorni dal primo rapporto e 40 dal secondo, anche questo con esito "non reattivo". Contemporaneamente anche questa ragazza, per sicurezza, decide di effettuare un test, ma di quelli acquistabli in farmacia (quindi di terza generazione), con medesimo esito negativo.
A questo punto il mio quesito è il seguente. Alla luce dei test di quarta generazione che ho effettuato, incrociato con quello veloce fatto dalla partner, si può dire che il risultato sia definitivo e posso stare tranquillo oppure è necessario che ripeta il test a 90 giorni dal secondo evento non protetto?
Grazie.
- Risposta di :
- Salve, abbiamo letto con attenzione il suo quesito.
Alla luce dei test che lei ha effettuato, non c'è alcun motivo di sospettare un'infezione da HIV.
Dalle sue parole emerge uno stato d'ansia piuttosto accentuato, ma siamo ottimisti che questa risposta ed eventualmente un consulto psicologico potranno aiutarla a vivere più serenamente la sua sessualità.
Cordiali saluti,
Pier Francesco Centonza
Prof. Giovanni Guaraldi