Scheda quesito
- Nickame:
- cmm
- Data:
- 10/07/2002
- Quesito:
- Complimenti sempre per il servizio che date e la
disponibilità
che offrite, vorreste però chiarire l'argomento dei rapporti orali
maschili?
Sono maggiori i rischi per chi lo fa o per chi lo riceve?
Altre fonti escludono possibilità di trasmissione, voi ne date una
possibilità "biologica" ma l'esperienza cosa dice?
L'uso del profilattico non sempre viene accettato: temerari o sicuri
delle statistiche?
Le ferite aperte sono solo quelle sangunianti o si considerano tali
anche
le croste?
Se uno si lava le mani con alcool o succo di limone e sente pizzicare,
sono punti di apertura della pelle?
Cordiali saluti e buona estate.
- Risposta di risponditore non trovato:
- Salve.Ci chiedi maggiori informazioni sui rapporti orali mascili. Gli
0. Da chiarire che,
sebbene la probabilità sembri bassa, essa non lo è affatto perchè va
moltiplicata per il numero di partner e di rapporti sessuali avuti nel
tempo. I ricercatori hanno stimato che fare sesso con un sieropositivo
è 430
volte più rischioso che non con un sieronegativo. Fare sesso con una
persona
il cui status è ignoto è 43 volte più rischioso rispetto ad un
sieronegativo.Sempre paragonato a colui che "lo mette in bocca" ( per
usare
un linguaggio sufficentemente chiaro), chi ha un ruolo attivo nel
rapporto
anale è 13 volte più esposto, mentre chi "lo prende in bocca"è due
volte più
esposto rispetto a chi lo mette.Un'altra ricerca (Dillon B,CROI 2000,
abstract 473) su 122 gay che avevano acquisito l'infezione recentemente
il
6,6 % riferiva come unico fattore di rischio, rapporti orali.Queste 2
ricerche a mio avviso si discostano molto dalla situazione
epidemiologica
italiana, quindi sono di scarsa trasferibilità. La cosa però che mi
sembra
più importante da rilevare è che abbiamo sufficienti dimostrazioni che
la
trasmissione di HIV tramite il sesso orale è possibile anche se
improbabile,
basarsi sui numeri può essere una sciocchezza perchè il sesso non si
basa
sui numeri.
Infine, le ferite ricoperta da croste non sono a rischio.
Dr. Giovanni Guaraldi