Scheda quesito
- Nickame:
- MedicinaInterna
- Data:
- 04/09/2017
- Quesito:
- Buongiorno, sono un Collega ospedaliero (medicina interna e d' urgenza) e vorrei porre un quesito e, se mi è consentito, esprimere un personale parere sulle angosce e le fobie che attanagliano tante persone relativamente all' HIV.
Il quesito è relativo al test HIV di IV generazione: sul sito del TV AIDS è specificato che un test di IV generazione, se negativo dopo 40 giorni dall' evento a rischio, va considerato definitivo: non essendo sicuro di aver capito bene, ho chiamato il TV ed un Collega mi ha confermato che il Ministero è molto prudente in tali situazioni e quindi, sì, dopo sei settimane, se negativo, il test di IV generazione non va ripetuto: avrei piacere di conoscere la Vostra posizione, anche per fornire informazioni corrette ai nostri pazienti.
L' opinione, spero non inopportuna, che vorrei esprimere, riguarda invece l' ansia, a volte debilitante, di contrarre il virus: le modalità di trasmissione sono soltanto quelle note da oltre trenta anni per cui, proteggersi adeguatamente, elimina il rischio di contagio: secondo me il problema e che certi comportamenti vengono ERRONEAMENTE accompagnati da inutili sensi di colpa (il motivo, in Italia, è sin troppo evidente) e, di conseguenza, HIV (che è solo un virus, come rosolia, morbillo, CMV etc..) è ASSURDAMENTE considerato un presunto "castigo" (non si sa di chi) per aver abbandonato la presunta "la retta via" (figuriamoci !!!).
P.S.: se ritenete che il mio intervento sia inopportuno o possa ingenerare malintesi o confusione tra gli Utenti, Vi prego di rispondermi (per la parte del test) sulla mail indicata. Complimenti per la vostra professionalità e la vostra serenità e competenza nel rispondere su argomenti così delicati, che riguardano la sfera intima e la psicologia delle persone che si trovano in particolari momenti di difficoltà.
- Risposta di :
- Gentile collega,
le confermo che un test HIV di IV generazione eseguito a 40 giorni dall' evento a rischio, va considerato definitivo ed evita inutili sofferenze psicologiche.
Concordo che occorre de-stigmatizzare sia questa malattia sia i nostri pazienti
cordiali saluti
Prof. G. Guaraldi