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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di sintomatico del 14/04/2017

Scheda quesito

Nickame:
sintomatico
Data:
14/04/2017
Quesito:
Buongiorno. Mi è successo di aver avuto rapporto occasionale anale omosessuale insertivo (io attivo) con sierosconosciuto il 2/4/17. Premetto che, maledizione, proprio quella mattina avevo ritirato esito negativo hiv quindi ero tranquillo. Nell'ambito di questo rapporto, abbastanza "fugace" (in piedi nelle dark room di un locale, durata stimata del rapporto penetrativo inferiore al minuto) mi si è rotto preservativo. Ci ho messo un po' a realizzare quindi non sono uscito immediatamente, ma poco dopo... Credo che il rapporto sia continuato qualche altro secondo (forse meno di 10) con preservativo rotto. Il fatto che io possa aver creato traumi inducendo uscita di sangue puo' essere inconsiderazione del fatto che essendoci stata rottura il rapporto è stato in qualche modo traumatico. L ambiente era buio quindi ho fatto la stupidata di togliermelo subito, per lo spavento, e non ho pensato ad illuminare col cellulare per vedere se malgrado la rottura il glande fosse rimasto coperto. Ho cercato piuttosto di urinare quanto prima... Anche se non immediatamente, e (scusate i particolari) inumidire carta della mia urina per "lavare" il glande da eventuali esistenze fisiologiche del partner. Ma non immediatamente... Dopo circa 30 secondi. Nel panico la mattina seguente mi sono recato in infettivologia (hiv) e il medico mi ha detto che è vero che bisogna prendere atto della rottura, e quindi del cattivo esito della protezione, quindi attivare i vari "protocolli cautelativi" (non donare sangue fino a conferma di test negativo a 3 mesi, non avere rapporti non protetti con eventuali partners abituali ecc) ma occorre considerarlo come RISCHIO TEORICO, contestualizzando alla luce dei dettagli ed essere obiettivi in merito al fatto che il rapporto è stato prima di tutto insertivo, poi che è stato di breve durata e in parte protetto. E poi la persona coinvolta non si sa se sia sieropositiva. Quindi mi ha detto che la profilassi post esposizione in questi casi,malgrado il famoso rischio teorico, non la si fa, perche' son piu' certi i danni e gli effetti collaterali di questa pesante cura che non il RISCHIO REALE CONCRETO E OBIETTIVO. mi ha anche detto "se dovessi far fare profilassi ad ogni attivo che rompe condom la farei fare a 1000 persone al giorno...quindi si faccia il test fra 30 giorni per sua serenita' e lo ripeta se negativo a 3 mesi... Con la massima serenita'...perche' per rimanere contagiati in un rapporto come il suo si dovrebbero avverare una lunga serie di coincidenze piu' teoriche che praticabili... Sarebbe quel famoso caso su 1500 dove si va a rompere il condom proprio con un sieropositivo che perde sangue a sufficienza per penetrare nel suo organismo attraverso il suo pene -il tutto in 30 secondi di rapporto- e che questo sangue abbia abbastanza carica virale -una volta entrato- per creare contagio... Ovviamente tutto questo se quel ragazzo era positivo..". Ora... A 15 giorni dall accaduto il mio medico ha riscontrato linfonodi gonfi al collo e alle ascelle... Allora gli ho raccontato l episodio ma lui dice che è difficile che si tratti di sintomi di sieroconversione acuta prima di tutto perche' è passato poco tempo (?), poi perche' non c e febbre. Piu' facile , secondo lui, che i linfonodi siano rimasti gonfi come esito di una mononuclosi che ho avuto diversi anni fa (???). Inoltre... Questa notte mi sono svegliato e mi sono ritrovato spolto di sudore... Bagnato tanto da dover cambiare lenzuola e vestiti. Niente febbre. Prima che mi comparissero questi "sintomi" avevo comunque un po di paura nel considerare quel famoso "rischio teorico" e wuel famoso "caso su 1500" (che potrei benissimo essere io) ma mi consolavo pensando alle parole ESTREMAMENTE rassicuranti di quel medico infettivologo... ma ora la paura c'e'. Io quella sera volevo divertirmi e credo che ognuno, senza fare inutili morali, si possa divertire come vuole, usando la testa. Io l ho usata ma son stato sfortunato. Avendo letto tutto questo lungo discorso, cosa mi dite? Sono davvero paranoie inutili e il test va fatto "pro forma" per sfatare il "rischio teorico" come diceva quel medico.. Oppure il rischio è reale e magari questi son gia' sintomi di infez acuta? Grazie per l attenzione.
Risposta di risponditore non trovato:
Gentile utente, Abbiamo letto con attenzione il suo quesito e compreso la Sua ansia e frustrazione. Innanzitutto ci preme rassicurarla sul fatto che i sintomi da Lei riferiti sono assolutamente aspecifici e non riconducibili direttamente all'HIV; secondariamente quanto le è stato detto dall'infettivologo è corretto. Quindi cerchi di tranquillizzarsi e faccia il test a 30 giorni che le darà un primo risultato e lo ripeta poi a 90 giorni, Cordiali saluti Y.Grassi, dott.ssa Santoro A