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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di jazbo del 04/06/2016

Scheda quesito

Nickame:
jazbo
Data:
04/06/2016
Quesito:
buongiorno, ho avuto un incontro a rischio, penetrazione vaginale non protetta con presenza di sangue con una persona appartenente a un gruppo a rischio, esattamente 8 settimane orsono, ho urinato immediatamente e dopo un piccolo intervallo mi sono lavato abbondantemente con sapone e con betadine fin dentro l'uretra. mi è stato somministrato trattamento post esposizione (Kaletra e Truvada) iniziato a 36 ore dall'evento, che ho terminato da un mese, portandola a termine senza mancare una dose, senza significativi ritardi nell'assunzione (mai più di 25 minuti e solo in 3 occasioni verso ola fine del cilclo). Gli effetti collaterali classici quali diarrea, stanchezza e leggera depressione mi hanno accompagnato per tutto il periodo, uniti a delle "caldane" in vari puinrti del corpo e da una sensazione di calore e fastidio alle ascelle (linfonodi?). Il mio problema ora è che dovrei affrontare un test in ospedale la settimana entrante, ma non credo avrò il coraggio. Sento un certo fastidio ai linfonodi ascellari, che non capisco se siano gonfi o no, ma li "sento" un po' troppo e ho avuto periodiche vampate di calore e febbricola episodica durante tutto il mese. So benissimo che i sintomi sono aspecifici e che l'unica diagnosi possibile è attraverso il test. Una volontaria di un telefono amico che mi è stata vicino fin dall'inizio, nonostante conosca l'aspecificità dei sintomi dice che intuitivamente ed empiricamente, se si manifesta la sieroconversione è abbastanza inequivocabile, che la pep sembra essere molto efficace e che insomma il mio rischio è davvero basso. La mia doinmanda è la seguente: è possibile una sieroconversione "moderata"? Mi spiego: tra una conversione con tutti i sintomi (come molte persone hanno sperimentato credo) e una completamente asintomatica esistono diciamo stati "intermedi"? Ovvero una sieroconversione leggera, magari mitigata dall'assunzione della pep, che, secondo alcuni abbasserebbe la carica virale anche nello sfortunato caso in cui non prevenga il contagio. Può la palpazione o addirittura uno stato psicologico alterato di preoccupazione darmi questi sintomi? Ho monitorato continuamente la mia temperatura, non è mai salita oltre 37,2, cosa credo non preoccupante, anche in presenza di un cambio stagionale e della mia allergia ai pollini di graminacee, non ho notato nessun altro lingfonodo gonfio, non ho diarrea ne' nausea... So cosa mi risponderà: Fai il test, è l'unico modo. Ma credo di non essere in grado di affrontare lo stress di una situazione simile, addirittura se fosse la mia una conversione asintomatica, forse, è solo un pensiero, non credo lo farò, ma forse preferirei passare i prossimi anni facendo solo sesso protetto ma senza una diagnosi, perchè almeno potrei vivere qualche anno senza questa spada di Damocle. Lo so, è un'assurdità, probabilmente ho bisogno di aiuto psicologico, ma non so a chi rivolgermi e ci sto un po' impazzendo. Mi perdoni ma sono perso. Grazie di cuore, e scusate il delirio, ma vi assicuro che , come saprete bene, è dura rimanere lucidi in questi momenti. P.S. spero sul sito non compaia la mia email perchè contiene nome e cognome...
Risposta di :
Buongiorno, Comprendiamo il suo stato d'animo ansioso e titubante tuttavia, eseguendo il test potrà fugare i suoi dubbi. L'avere eseguito la profilassi post esposizione la pone in una condizione di bassissimo rischio pertanto può affrontare senza stress questa procedura. I sintomi i che lei ci ha riportato sono del tutto aspecifici quindi non dirimenti di una siero conversione, che ripeto improbabile. Cordiali Saluti E. Pellacani Dr. G. Guaraldi