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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di Kikki del 17/03/2004

Scheda quesito

Nickame:
Kikki
Data:
17/03/2004
Quesito:
Gentili medici, vi scrivo confidando in una Vs. pronta risposta. Essendo da tre anni incappata in una spiacevole sindrome nosofobica, che si manifesta soprattutto con il terrore di poter contrarre l'hiv, mi sono molto documentata sul virus e sulle modalità di trasmissione. Mia fonte d'informazione principale è il web e devo dire che ho reperito conoscenze di ogni genere. Scrivo a Voi perchè, insieme a pochi altri, il Vs. sito mi sembra uno tra i più affidabili. Spesso ho come l'impressione che, in molti casi, alcuni siti, siano redatti male e portino ancora informazioni vecchie e non aggiornate. Per esempio, realtivamente alla sopravvivenza del virus fuori dal corpo. Alcuni siti arrivano ad affermare che il virus viva anche giorni fuori dall'oganismo, quando, in realtà, arriva a 20/30 minuti in condizioni ideali, di laboratorio, perchè, così come è affermato in moltissimi casi, esso muore dopo poco in seguito all'esposizione ambientale e ciò è giustificato da una serie di affermazioni e, credo, studi scientifici. Nel sangue secco, leggo da voi e in altri luoghi, il virus è morto, questo perchè anche le cellule dendritiche e tutto il "materiale" che gli occorre per replicarsi e nutrirsi è "andato", si è ossidato, ha subito modificazioni biochimiche ecc. Se il sangue secco fuori dal corpo servisse a qualcosa, allora per le trasfusioni tanto varrebbe usare l'acqua. Può sopravvivere nelle siringhe dei tossicomani per qualche minuto in più, perchè non è esposto all'aria direttamente e il sangue può impiegare di più a coagulare, ma i tossici che rischiano veramente sono quelli che si passano la siringa subito dopo il buco e dopo aver aspirato dalla vena il sangue per essere sicuri di aver "fatto bene il lavoro" e recuperare gli eventuali residui della dose. Ho letto questo non solo su siti seri, ma anche su un paio di enciclopedie mediche e l'ho sentito dire da due operatori e un virologo. Se ne deduce quindi che l'uso non immediatamente promiscuo di strumenti da taglio (limette, forbici, rasoi) od aghi vari, non è a rischio. Certo, è giusto dire che ognuno dovrebbe avere i suoi oggetti personali, ma è anche giusto, a mio avviso, non fare del terrorismo informativo dicendo che andare dall'estetista è una cosa ad alto rischio. Molti medici, mi pare, si fanno portatori di un sapere dogmatico, che terrorizza, più che aiutare. So che l'unico mezzo per sapere di non avere l'hiv è fare il test, in molti casi che non possono essere adeguatamente valutati, ma in altri casi ho letto di medici consigliare il test a chi non aveva corso rischi... Mi rendo conto che fare consulenza sul web è difficoltoso, in molti casi, ma in altri certi consigli medici sono in cotraddizione con quello che su di questo virus si sa, e questo mi pare che non faccia bene a nessuno. Nè alla credibilità dei medici nè ai "pazienti" che ricavano l'impressione di aver a che fare con un virus le cui conoscenze si basano su illazioni personali e saperi stregoneschi non sostenuti in alcun modo da ricerche adeguate. Voi cosa ne pensate? Grazie per l'attenzione. Un cordiale saluto.
Risposta di risponditore non trovato:
Gentile Kikki, mi sento di sottoscrivere tutto quello che dici. La comperenza scientifica unita a una capacità comunicativa sono i principi a cui ci ispiriamo nella nostra attività di web counselling. Dal momento però che non amo parlare di "principi generali" ma di "casi specifici", ti auguro di utilizzare il corretto bagaglio informativo che ti sei acquisito in modo più razionale eliminando la componende fobica e capendo che è assolutamente possibile avere una piena vita di relazione senza aver alcun rischio per infezione da HIV. Dr. G. Guaraldi