Condividi
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di francog del 03/12/2009

Scheda quesito

Nickame:
francog
Data:
03/12/2009
Quesito:
Buongiorno, mi scuso anticipatamente per il disturbo, ma mia moglie ed io abbiamo intenzione di iniziare una gravidanza e le informazioni di cui disponiamo sono assolutamente discordanti, nel senso che ogni infettivologo che abbiamo interpellato ci ha proposto un diverso approccio al problema. Vi sarei molto grato se con comodo poteste rispondermi. Mia moglie è stata diagnosticata HIV+ nel 2002. Nel giugno 2003 ha iniziato la terapia con Viramune e Combivir. Subito si sono manifestati sintomi di intolleranza nei confronti del Combivir (mal di testa, spossatezza, nausea, vomito) per cui si è passati a Viramune + Zerit e Epivir. In poco tempo la carica virale non è più stata rilevabile mentre il conteggio dei CD4 è aumentato costantemente. L'anno scorso la terapia è cambiata nuovamente, in quanto lo Zerit ha provocato dimagrimento delle braccia e delle gambe; si è passati quindi a Viramune e Truvada. Al momento la carica virale non è rilevabile ed il conteggio dei CD4 si è stabilizzato intorno alle 600 unità, Giovanna gode di ottima salute e riesce a svolgere ottimamente il suo lavoro di operaia, che comporta anche l'impiego di una certa forza fisica. Volendo avviare una gravidanza, i medici del centro che la segue ci hanno consigliato la seguente strategia: 1.) proseguire la terapia in corso (Viramune e Truvada) fino all'inizio della gravidanza; 2.) interrompere ogni assunzione di farmaco per i primi tre mesi di gravidanza; 3.) passare nuovamente a Viramune + Zerit e Epivir ad iniziare dal quarto mese in avanti; 4.) al momento del parto NON vi sarà somministrazione di Combivir per via endovenosa; 5.) per le successive sei settimane assunzione da parte del neonato di uno sciroppo a base della stessa sostanza contenuta nel Combivir. Ora, le domande che ci sorgono spontanee sono: 1.) E' pericoloso intraprendere una gravidanza durante l'assunzione di Truvada (che verrebbe comunque subito interrotto)? 2.) Non è rischioso interrompere ogni terapia per tre mesi? 3.) Non è rischioso tormare ad assumere lo Zerit che già aveva causato dei problemi? Ed è possibile che il virus nel frattempo abbia sviluppato resistenza a questo farmaco? 4.) Cosa succede se il neonato presenta gli stessi sintomi di intolleranza al Combivir manifestati dalla madre? Un'altra specialista che abbiamo consultato ci ha consigliato di iniziare da subito una terapia con farmaci tollerati in gravidanza e di continuare anche dopo. A noi sembra la strada migliore. E' così veramente? Grazie mille per l'interessamento e cordialissimi saluti franco francog1972@libero.it
Risposta di risponditore non trovato:
Gentile Francog, ci scusiamo del ritardo nella risposta e le riportiamo di seguito quanto già indicato in precedenta come risposta al quesito inviato a novembre '09. "Per essere più chiari le elenchiamo in modo sintetico quali sono le misure di prevenzione indicate dalle linee guida americane in caso di una gravidanza in donna HIV+ in modo da ridurre il rischio di trasmissione dell' infezione da madre a feto a meno dell' 1%: 1) eseguire la terapia antiretrovirale dal secondo trimestre se non necessaria alla donna e introdurre quando possibile la zidovudina (AZT) nel regime terapeutico 2) se la donna è già in terapia antiretrovirale non è indicato sospendere la terapia antiretrovirale nei primi mesi. La donna potrà continuare la terapia in atto sostituendo eventualmente i farmaci meno sicuri sul feto (es.efavirenz) e comunque modifiche di terapia devono essere precedute da un test di resistenza che ne attesti la sensibilità. Nel suo caso ci sono ormai dati che ci permettono di utilizzare con buona sicurezza anche Truvada in gravidanza qualora questo non possa essere sostituito. Per quanto riguarda la sospensione della terapia nel primo trimestre, studi indicano che il rialzo della carica virale conseguente alla sospensione potrebbe essere più dannoso dell' esposizione ai farmaci; su questo punto non tutti i centri di malattie infettive si comportano allo stesso modo 3)si consiglia di eseguire un parto cesareo a membrane integre programmato alla 38 settimana circa 4) si somministra una terapia antiretrovirale con zidovudina in vena durante l' espletamento del parto 5) al bambino viene somministrata terapia con zidovudina per le prime 6 settimane con controlli periodici per monitorare eventuali effetti collaterali; in tal caso la terapia al bambino verrà sospesa. 6) si sconsiglia l'allattamento al seno sostituito con latte artificiale. Esiste una normativa nazionale per la quale le donne HIV+ hanno diritto ad avere in farmacia il latte artificiale gratuitamente per i primi 6 mesi. Le consigliamo comunque di approfondire e chiarire ogni dubbio rivolgendovi direttamente ad un centro di malattie infettive per valutare la vostra situazione in dettaglio". Corsiali saluti Dr.ssa Luzi K.