Scheda quesito
- Nickame:
- GIUSEPPE 41
- Data:
- 08/03/2009
- Quesito:
- Egr. Prof. Guaraldi e Staff,
prima di tutto desidero complimentarmi per il sito e la sua gestione; Lei e la Sua equipe siete molto professionali, seri e profondi conoscitori delle MST e di tutto quello che concerne il virus HIV.
Il mio quesito è simile a quello di molti altri utenti, cioè la fellatio ricevuta quindi passiva, non protetta da preservativo; viste le numerose risposte già date ad altri utenti, non mi soffermo sull'episodio corso/avuto, ma è mia intenzione conoscere meglio questo argomento.
Lei e il Suo staff ritenete che la fellatio ricevuta/passiva (cioè per l'individuo che mette il pene) sia a basso rischio, ma non a rischio nullo.
E' anche appurato dalle Vostre ricerche, dai Vostri studi, dai Vostri pazienti trattati e dai test fatti in laboratorio che il virus dell'HIV viene trasmesso solo dai seguenti liquidi biologici: sangue, sperma, liquido pre-sperma, secrezioni vaginali e latte materno.
Visto che generalmente il cavo orale di una persona presenta solo saliva, a questo punto io mi chiedo ............. ma perchè mettere il pene in bocca ad una donna HIV+, non protetto da preservativo, potrebbe far correre un rischio basso e non nullo di contrarre l'infezione ?? Il pene, in caso di provata e certa assenza di sangue nel cavo orale della donna HIV+, entra in contatto solo con la saliva che non veicola il virus.
Credo che il rapporto sia molto simile, per non dire uguale, al bacio profondo "alla francese" che è risaputo e confermato da tutti i medici non provoca infezioni da HIV. Quindi che sia lingua o che sia pene ad entrare nella bocca cosa può cambiare se l'unico liquido corporeo con cui viene a contatto è la saliva che non è considerata infettante ??
Al numero verde ISS (800 861 061) i medici che rispondono al conseilling (credetemi parlano un gran bene del vostro sito)affermano che il rischio con la fellatio viene corso solo da chi mette la bocca; chi mette il pene rischia solo se nel cavo orale della donna è in corso un macroscopico sanguinamento. In assenza di macroscopico e abbondante sanguinamento, che stando alle loro parole dovrebbe "imbrattare" il glande per far correre rischi, affermano con assoluta certezza che non si rende necessario eseguire il test. Inoltre, non considerano rilevanti, al fine del contagio, le eventuali piccolissime lesioni tipo microsanguinamenti da labbra screpolate e/o abrasioni dovute allo sfregamento dello spazolino da denti sulle gengive. Riassumendo .... secondo loro la saliva per veicolare il virus in un rapporto di fellatio dovrebe essere altamente "intrisa-zuppa" di sangue ben visibile e abbondante.
Infine, credo che la fellatio non comporti particolari sfregamenti delle mucose tali da poter fare sanguinare e/o creare microlesioni del glande e della bocca, come invece avviene per i rapporti penetrativi anali e vaginali.
Le domande pertanto sono le seguenti:
1) in assenza di sangue nel cavo orale della persona attiva, perchè chi mette il pene dovrebbe rischiare di contrarre l'infezione ?
2) E ancora ............ in letteratura si conoscono casi di contrazione del virus HIV solo con la fellatio ?
Mi scusi se mi sono dilungato, ma a 41 anni mi trovo a dover iniziare un nuova vita sentimentale causa separazione senza ben saper come comportarmi con questa pratica con l'eventuale partner da poco conosciuta.
La ringrazio per la Sua attenzione, spero di non averLa messa in difficoltà riportando il consulto del numero verde nazionale della sanita AIDS e certo di una sua risposta auguro a Lei e tutto il Suo staff cordialità.
GIUSEPPE
- Risposta di :
- Gentile Giuseppe,
ritengo che lei abbia tutti gli elementi utili per comprendere che la fellazio ricevuto rappresenti un rischio epdemiologicamente insignificante. La plausibilità biologica del rischio è nel contatto diretto tra mucose che contengono macrofagi permissovi all'infezione virale. La trasmissione di HIV attraverso rapporti orali è documentata in letteratura ma non appare possibile distinguere tra tra rapporto attivo o passivo.
Cordiali saluti
Dr. G. Guaraldi