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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di paranoico 73 del 20/09/2003

Scheda quesito

Nickame:
paranoico 73
Data:
20/09/2003
Quesito:
Gentilissimo staff. Grazie per la risposta al precedente quesito. Tuttavia malgrado sia abbastanza tranquillo avendo avuto un rapporto protetto ho deciso di effettuare il test alla scadenza dei tre mesi per sicurezza, malgrado l'angoscia sempre presente quando si effettua un test di questo tipo. Prima però vorrei chiedervi una cosa. Nella mia città a Bergamo presso gli Ospedali Riuniti, da Aprile di quest'anno hanno cambiato metodica. Sul bollettino redatto dal laboratorio analisi ho letto che prima eseguivano test Eia 1e2 più Ia, adesso eseguono solo il metodo EIA 1/2 (cobas core Roche)per una questione di costi, sostenendo che è sufficiente per diagnosticare la malattia. E' un test di III generazione o è possibile che sia ancora di II generazione?. In questo caso andrei a fare l'esame da un altra parte. E' necessario anche ricercare il sottotipo 0 oppure è raro che sfugga ai normali test di ricerca di Hiv 1e2?. A proposito è ragionevole pensare che fra 4o5 anni ci siano farmaci antiretroviarli più efficaci e soprattutto con meno effetti collaterali? Il secondo quesito riguarda la Lue. E' vero che il test Tpha rimane positivo per tutta la vita anche in caso di guarigione. A Bergamo eseguono il Tppa è la stessa cosa? e anche questultimo non si negativizza mai?. Grazie per la risposta che spero sia rapida visto che non vedo l'ora di eseguire il test per togliermi definitivamente il pensiero. Complimenti ancora per il sito che è di gran lunga il migliore . Cordiali saluti
Risposta di :
Gentile Paranoico, consideri pure attendibili i risultati dei test EIA che ha eseguito: le metodiche utilizzate nei vari laboratori in Italia sono sostanzialmente sovrapponibili, e dotate di alta sensibilità e specificità. Per quanto riguarda il clade HIV O, è estremamente raro (solo 2 casi registrati negli USA fino al 2000), con massima diffusione nell'Africa dell'ovest: i normali test EIA 1/2 sono poco sensibili e poco specifici nel riconoscerlo. Il rischio epidemiologico è considerato nullo. Per quanto riguarda la sifilide, dopo il trattamento eradicante l'infezione, il TPHA può rimanere positivo, sopratutto quando la malattia non sia stata trattata in fase precoce. Saluti. Dott.ssa Cinzia Cappi