Scheda quesito
- Nickame:
- tty
- Data:
- 29/02/2008
- Quesito:
- Un'amica sudamericana in attesa del secondo figlio (è al terzo mese) è risultata positiva alla sifilide.
Il dermatologo immediatamente interpellato le ha spiegato che è stata rilevata solo la presenza degli anticorpi e che la positività
alla sifilide significa che dalla malattia è guarita tempo fa. Le ha inoltre detto di non preoccuparsi per la gravidanza perché il feto non sarà infettato. I risultati degli esami del sangue effettuati per la prima gravidanza (quattro anni fa) non avevano però rilevato alcuna presenza degli anticorpi della sifilide. Dunque: può stare tranquilla (nonostante le rassicurazioni, dato lo stato, non lo è affatto), oppure occorre intraprendere ulteriori verifiche? Nel caso, come sapete, si tratterebbe di una corsa contro il tempo; per evitare rischi al nascituro la terapia di penicillina andrebbe effettuata entro il 5° mese di gravidanza. Grazie per le indicazioni.
- Risposta di risponditore non trovato:
- Gentile Utente,
da quanto scrive non è possibile comprendere con precisione lo stato sierologico, rispetto all' infezione da lue, della sua amica. Verosimilmente come screening della gravidanza viene eseguito il test RPR e TPHA. Se entrambi risultano positivi è consigliabile eseguire un ciclo di terapia con penivcillina in gravidanza. Se invece il test RPR risulta negativo mentre TPHA risulta positivo è molto probabile che si tratti di una infezione passata o di un falso positivo. E' necessario comunque interpretare tale sierologia con il medico di riferimento ricostruendo anche la storia passata della signora. E' consigliabile eseguire sempre in gravidanza anche il test HIV.
Saluti
M.Ferrara,