Scheda quesito
- Nickame:
- ritornare a vivere
- Data:
- 05/01/2008
- Quesito:
- Gentile dott.ssa Galli
Mi rivolgo a Lei in quanto la stimo molto. Ho 22 anni, si direbbe: “ho una vita davanti a me”, beh purtroppo non riesco a viverla in alcuni aspetti di essa, come un normale ragazzo della mia età.
Da quando, infatti, sono stato “vittima” di ciò che da Voi e anche dal telefono verde dell’ISS è stato definito “ contatto indiretto” ( circa 5 mesi fa’, tra l’altro ho voluto fare ugualmente un test a 103 giorni di distanza per sentirmi tranquillo, fortunatamente NEGATIVO) non so come spiegarlo, ma in me tutto è cambiato; ogni cosa è tutta più amplificata nel senso che ho una paura di contrarre l’Hiv che si manifesta in maniera direi prepotente col timore di potermi pungere accidentalmente con una siringa. Ovunque vado, non faccio che osservare ciò che mi circonda, cioè dove metto i piedi, oppure le mani, e mi sento uno stupido nel farlo e per di più mi chiedo cosa ho in meno degli altri e del perché non posso vivere felicemente la mia vita. Prima ci riuscivo, adesso faccio le stesse cose di prima, cioè ad esempio uscire con gli amici, andare al cinema, ma tutto in maniera diversa. Anche se non lo faccio notare perché mi reputo un ragazzo forte di carattere, vivo una situazione di disagio interna, e se non ne parlo è perché non voglio per nessuna ragione al mondo far preoccupare chi mi vuol bene e in modo particolare i miei genitori di cui nutro una stima e un affetto incommensurabile.
Il fatto è che giorno dopo giorno ( anche se poi coi giorni metabolizzo meglio le situazioni e magari tendo a dare il giusto peso agli episodi quotidiani che mi danno preoccupazione), sento che per quanto forte possa essere, non potrò resistere molto a lungo e alla fine dovrò rivolgermi a qualcuno per farmi aiutare; anche se mi sento un idiota nel raccontarlo, oggi per esempio passeggiavo, erano le 19 circa, con gli amici per la via principale della città ( in centro) per fare acquisti, quando ad un certo punto, mi sento pungere all’altezza del polso destro ( tra l’altro quando sono tornato a casa ho notato un puntino, o meglio un buchetto rosso, che sono convinto sia stato provocato dallo staccarsi, in quel momento in cui mi sono sentito pungere, di un peletto del mio polso che si era incastrato col bracciale ), così mi guardo attorno e alla mia destra noto solo il tronco di un albero poco distante, da lì a poco inizia il mio incubo e cominciano a nascere in me dei dubbi, che ciò che poteva trattarsi di un pelo del polso che si staccava violentemente, poteva invece essere una siringa che attaccata in qualche modo al tronco poteva pungermi, e che di conseguenza il tronco che inizialmente avevo descritto poco distante, inizio a pensare che potesse essere più vicino ancora a me, quasi accanto, tale da provocare l’incidente. Queste forme di paura che mi hanno indotto a pensare che fosse stata la siringa a pungermi e l’albero più vicino a me, non fanno altro che distorcermi la realtà e la verità dei fatti, cosicché l’irreale prevalga sul reale, gettandomi nell’incubo di aver contratto Hiv e perciò di aver perso i sogni e le speranze che servono solo a rendere più bella e vivibile la propria vita.
Gentile dott.ssa, quello che Le chiedo cortesemente è di darmi una risposta scientifica, con motivazione, nel caso in cui mi fossi seriamente punto con una siringa (anche se ritengo improbabile che un tossico si potesse fare a quell’ora, e per di più nel centro cittadino!!!!) e se debba nel dubbio fare il test.
Infine Le chiedo cosa ne pensa di questa situazione che attualmente mi tormenta e se può darmi dei consigli su come uscirne ( quasi come parlasse ad un figlio) senza ricorrere ad un psicologo, perché, se è possibile, vorrei evitare di allarmare la mia famiglia.
La ringrazio in anticipo, confido molto in Lei. Comunque vada, nel mio piccolo, posso solo limitarmi ad augurarLe e augurarmi una vita piena di salute e perché no, di felicità !!!!
Grazie per quanto fa Lei e tutta l'equipe per noi giovani….che Dio vi benedica!!!
Distinti saluti
- Risposta di risponditore non trovato:
- Gentile Utente,
dalla sua lettera traspare chiaramente uno stato di malessere, legato alla paura di contrarre il virus dell'hiv, tanto che una situazione banale come lo strappo di un pelo sul polso, le fa pensare che sia stato l'ago di una siringa a pungerla.
Dalle sue parole emerge anche la consapevolezza di quanto i suoi pensieri legati all'hiv, non siano correlati a dati di realtà.
Per questo non intendo rispondere al rischio di una presunta puntura di siringa, perchè non è questo il centro del problema: in ogni momento della giornata potrebbe incorrere in situazioni che travisa come episodi a rischio di infezione hiv.
Chiede come uscirne sensa l'aiuto di uno psicologo, ma non so darle un altro suggerimento, se non quello di parlarne proprio con uno psicologo. Il rischio altrimenti, è di continuare a focalizzare su altro (la paura per l'hiv), qualcosa che andrebbe compreso in maniera più ampia e complessa.
Se si augura salute e felicità, è da se stesso che deve partire, con l'aiuto di personale competente.
Saluti.
dr.ssa C.Galli