Scheda quesito
- Nickame:
- leonardo
- Data:
- 16/06/2007
- Quesito:
- Il sipario sul mio terrore è tornato a rialzarsi, a distanza di circa un anno dalle domande sotto riportate e già inoltratevi. Ho una precisazione: quel giubbotto da moto di cui parlo non l'ho indossato andando in moto, ma semplicemente andando in macchina. il fatto può cambiare qualche cosa in termini di rischio (essendo l'aria in macchina minore di quella che avrei incontrato in moto)? Grazie davvero
leonardo, 14.03.2006
leonardo, 24.01.2006
leonardo, 26.12.2005
leonardo, 19.12.2005
Non voglio abusare della vostra pazienza né del vostro prezioso tempo. Tuttavia, dopo avervi inviato una domanda (cui avete puntualmente risposto in data 9.12.05), mi accorgo di aver omesso un dato fondamentale, che forse potrebbe cambiare i valori di rischio: ho portato a casa il preservativo avvolgendolo in un fazzoletto di carta e (cosa non detta nella precedente domanda) ho messo il fazzoletto e il preservativo nella tasca, chiusa con zip, di un giubbotto da moto. La domanda, pertanto, è la seguente: le secrezioni vaginali depositate sulla superficie esterna di un preservativo, chiuso in una tasca sostanzialmente impenetrabile all’aria e avvolto in un fazzoletto di carta, possono far si che il virus sopravviva, anche fuori dall’organismo, per circa 10 minuti? Attendo una salvifica risposta e allego la promessa di non importunarvi ulteriormente. Grazie.
Risposta
Gentile Leonardo,
il virus ha scarsissima resistenza all'esterno del corpo; nella situazione descritta non è possibile che il virus possa sopravvivere dopo 10 min. Può pertanto stare tranquillo.
Distinti saluti.
S. Zona, dr.ssa Mazeu I
- Risposta di risponditore non trovato:
- No, aver indossato il giubbotto in auto e non in moto, non cambia qualcosa in termini di rischio, che come già rispostole, è assente.
Se non è sufficiente la nostra risposta a tranquillizzarla, è importante che lei possa comprendere perchè tanto terrore e soprattutto come affrontarlo: può rivolgersi per questo, ad uno psicologo con il quale elaborare un possibile percorso di sostegno e cura.
Saluti.
dr.ssa Galli