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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di maxx del 20/12/2006

Scheda quesito

Nickame:
maxx
Data:
20/12/2006
Quesito:
Buon giorno, giuro che non Vi stresserò più dopo questa mail, sono a porVi un ulteriore quesito scaturito da varie riflessioni. Anticipo di essere ignorante in materia. Espongo comunque i miei dubbi. Premetto di aver letto e riletto tutte le mail esposte sul sito e riscontrando la Vostra professionalità in materia ho usufruito del servizio altre volte a causa di una situazione che mi sta mandando in crisi depressiva. Avete risposto come staff alle mie domande in due occasioni, riepilogo brevemente i fatti, successivamente ad un rapporto da considerarsi a rischio, in quanto il preservativo a fine rapporto copriva esclusivamente il glande e parte sottostante, circa un centimetro e a seguito dei ”soliti” sintomi aspecifici, mi sono rivolto ad un centro di infettivologia, i dottori vedendomi in uno stato pietoso di stress fisico e soprattutto psichico mi hanno sottoposto ad un test esattamente a 27 giorni dal rapporto con la seguente dicitura, Hiv Rna qualitativo (RT-PCR) plasmatico, con esito negativo. Alla consegna del referto l’infettivologo mi dice di stare tranquillo e di non ripetere altri test, in quanto, è vero che l’esame eseguito non è l’usuale test ELISA, ma è una ricerca specifica del virus che se non presente a tale distanza, non può sicuramente “attivarsi” più avanti e di considerare certa al 100% la mia sieronegatività. Vengo al dunque, non mi sono certo fidato della risposta data dal dottore in quanto informandomi il più possibile circa questo test ho capito che non sia molto attendibile, ma più cercavo informazioni, più entravo in ansia non riuscendo a darmi pace, quindi ho trovato il Vostro sito, inviata una prima mail, mi rispondete che il test va riconfermato a distanza di 90 giorni, in un’altra mail mi dite che la risposta del test è certa e non necessita di ulteriori analisi e che per quanto riguarda l’infezione da Hiv posso stare tranquillo. Ora regna l’assoluta confusione. Allora vediamo se ho imparato qualcosa: 1) Il test ELISA, o altro test anticorporale, identifica la presenza di anticorpi specifici prodotti dall’organismo per “combattere” il virus, mediamente si sieroconverte in un mese, ma dato che sono state documentate anche situazioni dopo tale periodo, per ulteriore controllo si deve eseguire un test a 90 giorni per chiudere il periodo finestra. 2) Il test PCR, identifica invece la presenza del virus, questo “esame” viene effettuato solo per i bambini nati da madri sieropositive, su pool delle sacche di sangue dei donatori, per conferma di un test ELISA, o per identificare una sieroconversione nel periodo finestra, NON viene utilizzato come screening in quanto, è molto costoso, presenta un alto tasso di risultati falsi positivi, ma se ho capito bene non di falsi negativi?! Qui sorgono mille dubbi e incertezze, vado ad elencarle: Perché se il test non è da considerarsi definitivo, l’infettivologo da me contattato mi ha fatto eseguire detto esame e mi ha dato una FALSA indicazione facendo sì che potessi infettare la mia patner io comunque non fidandomi continuo per coscienza ad utilizzare il preservativo, non voglio di certo farle del male? Come mai Voi mi date risposte differenti? Perché, se ho letto bene, i CDC di Atlanta reputano questo test già sicuro dopo 11 giorni dal contatto a rischio (queste sono le linee guida alle quali fate fede)? Come mai la Dottoressa Ciaffi in una mail risponde che la PCR ad un mese esclude l’infezione, e così dicono altri esperti nel campo che sia definitiva anche prima dei 90 giorni e come mai mi avete risposto di poter escludere l’infezione con un test da me effettuat a distanza di 27 giorni? Credo che sicuramente Vi sarà capitato di aver eseguito una PCR ad mese, effettuando un test Elisa poi a 90 giorni quante volte Vi è capitato di riscontrare una serioconversione? Inoltre, sulle sacche di sangue dei donatori, non viene effettuato un ulteriore esame, quindi se negativo il test suddetto il sangue verrà utilizzato poi nelle trasfusioni, facendo così rischiare di infettare altre persone, cioè se eseguono una PCR e questa risulta negativa l’esito è definitivo, dato che ho letto che non sono effettuati test di conferma, non credo che ritestino lo stesso campione a 90 giorni, o mi sbaglio?! Premetto che eseguirò il test sia a 90 sia a 180 giorni per togliermi ogni dubbio (fidarsi è bene non fidarsi è molto meglio) ed eseguirò in entrambi i casi, un ELISA associato ad una PCR così escluderò definitivamente la situazione di questa probabile infezione. Non voglio assolutamente entrare nel campo delle percentuali, dato che come Voi credo siano assolutamente inutili in una materia quale la medicina, ma parere Vostro in merito, quanto è ancora alto il rischio di essere stato infettato nella situazione specifica da me riportata, premetto che i sintomi aspecifici anche se ho capito che non si possono fare diagnosi sui sintomi ma solo mediante l’esecuzione del test specifico si può escludere il contagio e che nemmeno la durata può essere considerata come termine di valutazione, io ormai da 2 mesi per chiarire diciamo che ho una febbricola altalenante da 36.8 a 37.2 max che in alcuni momenti della giornata sparisce anche se c’è quasi tutti i giorni, mi sento spossato e ho mialgie che si spostano in tutto il corpo a fase e periodi alterni, ho avuto una faringite (sottoforma di un nodulo in gola) che è perdurata per una settimana, poi è sparita, poi si è ripresentata, il mio medico di base in questi due mesi mi ha visitato quasi tutti i giorni, dicendomi che non c’era una situazione allarmante, la gola non era affatto arrossata ne infiammata, ho eseguito un tampone faringeo, nulla, quindi a parere suo la sintomatologia che accuso e accusavo è dovuta allo stress eccessivo e che tale situazione può portare ad alterazioni termiche, dicendo inoltre che il test eseguito non è servito a molto, in quanto il periodo finestra è di 8 mesi. Ho contattato quindi un altro medico, anche lui dopo aver ascoltato la situazione e avermi visitato non ha riscontato nulla di anomalo, dicendomi che la situazione di possibile contagio accadutami sia davvero remota e che comunque il test eseguito deve tranquillizzarmi, fosse facile?! Non si tratta mica di raffredore?! Ha seguito di eruzioni cutanee che ormai ho da circa 8 settimane, diagnosticata da un dermatologo come follicoline, sono entrato in paranoia, il dottore in questione dice che detta infezione è di tipo batteriologico, non ho capito però come possa essermi infettato, comunque mi ha dato una cura a base di antibiotici, domanda, la follicoline, può essere causa di quella febbriocola, o può essere considerato un rusch cutaneo dovuto all’infezione?! Mah?! Comunque, spero riusciate a rispondere a miei infiniti dubbi. Grazie per il lavoro che svolgete e grazie per le risposte che riuscirete a darmi. Buon lavoro e buone feste. Siete comunque grandi ed inimitabili.
Risposta di risponditore non trovato:
Gentile Maxx, confermo la risposta che le è stata data dalla dr.ssa Ciaffi. Avendo eseguito un test PCR a 27 giorni dal rapporto a rischio, con risultato negativo, lei può escludere l' infezione da HIV. Considerando comunque il suo notevole stato d' ansia, per togliersi ogni dubbio può eseguire il test ELISA a 90 giorni, ma non è necessario eseguire altri test PCR. Per quanto riguarda i sintomi da lei descritti, non potendola visitare, non è possibile darle delle indicazioni più precise, le consiglio comunque di affidarsi alle cure del suo medico. Saluti Dr.ssa Luzi K.