Scheda quesito
- Nickame:
- Fritz
- Data:
- 07/11/2006
- Quesito:
- Scusate ho diemnticato un ultimo quesito......
nella Mail del 2-2-06 la dott.ssa Stentarelli dice:
i test di "ricerca virale" si usano in modo complementare, per la sicurezza delle sacche di sangue, a quelli che ricercano gli anticorpi , appunto per ridurre il periodo finestra (per definizione tempo impiegato dal nostro organismo per produrre gli anticorpi specifici anti virus).
Infatti tali test rilevano la presenza di componenti della particella virale, componenti che saranno rilevabili sin dall'inizio e nelle prime settimane dopo l'infezione per poi diminuire in relazione alla produzione di anticorpi che, legandole, le fanno 'scomparire' agli occhi del test: proprio per questo motivo i test di ricerca virale non si usano in prima scelta per porre diagnosi, dato che la loro efficacia diminuisce col proghedire dell'infezione e per la presenza di numerosi risultati falsi positivi (che cioè decretano come malate persone in realtà sane).
Saluti.
a tal proposito chiedo:
1. Cosa significa? significa che la NAT qualitativa fatta a 1 anno, per esempio , dal potenziale episodio a rischio può essere negativa perchè il virus c'è ma non si vede? o ladott.ssa si stava riferendo ad altre metodiche, magari qunatitative?
2. Se così fosse perchè a Natty il 6 marzo dite:
un test di ricerca dell'RNA virale a più di un anno da un possibile contatto a rischio è da definire diagnostico (dott Zona, dott.ssa cappi)
3. se così fosse, in condizioni di Aids conclamato, sarebbe almeno vero che la NAT aumenti e diventi rilevabile perchè diminuiscono gli anticorpi?
Mi scuso per l'insistenza ma adoro vederci chiaro nelle cose e discrepanze di questo genere mi lasciano l'amaro in bocca! grazie ancora per l'interessamento
- Risposta di :
- Salve Fritz,
siamo ben lieti di poter aiutare i frequentatori del nostro sito a "vederci chiaro" : è proprio questo il fine che ci si propone.
Nella risposta riportata del 2-2-06 il riferimento era ai test combinati classicamente usati dai centri di screening sulle sacche: il test Elisa per la ricerca anticorpale ed il tets Elisa-p24 per la ricerca dell'antigene p24.
Sono test che agiscono su due versanti. Il primo ricerca gli anticorpi contro il virus prodotti dal nostro organismo; il secondo ricerca le particelle del virus stesso (in questo caso la proteina virale p24).
Questo "escamotage" è stato usato per ovviare allo storico problema di riuscire ad individuare ed eliminare le sacche infette di donatori che, pur trovandosi ancora in periodo finestra, cioè pur non avendo ancora prodotto gli anticorpi sarebbero sfuggiti al semplice Elisa ma che, avendo già il virus in circolo, potevano essere agevolmete indivuati tramite l'Elisa-p24 già nelle primissime fasi.
Nel contesto di quel quesito, citando i "test di ricerca virale", il riferimento andava a quest'ultima metodica, lasciata sottintesa.
Infatti oggi, è proprio questo test combinato Elisa (anticorpi + p24) che viene routinariamente usato, oltre che per screenare le sacche, anche dalla gran parte dei laboratori.
Lei giustamente, dimostrando di tenersi aggiornato, prende in causa la NAT: rientra anch'essa nelle metodiche di ricerca virale.
La NAT è eseguita secondo una diversa -e più costosa- metodica ovvero tramite la rezione PCR che è in grado di trovare anche minime quantità di materiale genetico del virus e di amplificarle mettendole così in evidenza: questo test agisce appunto sul "versante virale", così come l'Elisa -p24, ma, diversamente da questo, ricerca l'rna (o il dna) del virus.
Poichè sono le proteine, e non il materiale genico (cioè rna o dna), lo stimolo alla produzione degli anticorpi, gli anticorpi stessi, una volta prodotti, possono legare la proteina p24 mascherandone eventualmente la presenza. La stessa cosa non può avvenire con i geni del virus.
Per questo "un test di ricerca dell'rna virale a più di anno...è da definire diagnostico".
Nella speranza di aver raggiunto una maggiore chiarezza la saluto.
C. Stentarelli