Da alcuni mesi, a Imola, all’interno dell’Ospedale Nuovo di Via Montericco 4, ha aperto le porte l’Ambulatorio Infettivologico, uno spazio deputato alla prevenzione delle infezioni da virus Hiv e malattie sessualmente trasmissibili.
L’ambulatorio è stato inaugurato a poco più di un anno dall’annunciata rimborsabilità della Profilassi Pre-Esposizione (PrEP), resa gratuita dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e oggi richiedibile negli spazi dell’ospedale imolese: «la sua gratuità ha segnato un passo avanti nella quarantennale lotta contro l’infezione da virus Hiv - ha dichiarato il Dr. Lorenzo Badia, responsabile dell’Ambulatorio Infettivologico dell’Azienda USL di Imola - consentendo agli ambulatori di farne un uso estensivo».
«Ma non si tratta solo di un’opportunità sanitaria: la gratuità della PrEP si è tradotta in un cambio di passo da parte delle persone, rimuovendo una serie di titubanze legate al precedente costo (che poteva risultare proibitivo per alcune fasce di pubblico). Concettualmente, un farmaco gratuito instilla maggiore fiducia nei cittadini, abituati a ragionare secondo le logiche del Sistema Sanitario Nazionale, che garantisce copertura per i farmaci considerati essenziali e terapeuticamente rilevanti».
Se assunta in modo corretto da persone sieronegative a rischio infezione, la PrEP rappresenta uno strumento di prevenzione dall’efficacia documentata in diversi studi, come quelli presentati al CROI 2024 - l’annuale Conferenza sui Retrovirus e le infezioni opportunistiche - che evidenziano una netta riduzione dell’incidenza di Hiv nelle persone in profilassi (purché assumenti con regolarità i farmaci).
«Sul piano clinico, la PrEP è anche il momento per fare uno screening a tutto campo sulle altre malattie a trasmissione sessuale, dalla Gonorrea alla Clamidia e dalla Sifilide al Papilloma Virus sino alle Epatiti A, B e C», continua Badia. «In un ambulatorio come il nostro si compie - in pochi, semplificati accessi - uno screening completo e accurato, accompagnato da un counseling mirato ad aumentare la consapevolezza delle persone».
Com’è organizzato l’ambulatorio e qual è la modalità di prenotazione e fruizione del servizio?
«All’ambulatorio PrEP di Imola si accede tramite prenotazione, ottenibile contattando telefonicamente il numero 0542 662850 (nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 11.00 alle ore 13.00) o scrivendo una mail all’indirizzo amb.infettiv@ausl.imola.bo.it. Così si ottiene il primo appuntamento per uno screening sulle infezioni sessualmente trasmissibili, una visita con l’infettivologo (dove illustriamo le modalità di assunzione della PrEP e i suoi effetti collaterali) e l’attività di counceling (per fare il punto anche sulle altre infezioni a trasmissioni sessuale)».
Dopodiché?
«Iniziata la terapia, si fa un primo controllo a distanza di un mese ed un secondo dopo tre mesi. Abbiamo deciso di semplificare l’iter il più possibile, accorpando i controlli: così, in un’unica mattinata, l’utente fa un prelievo di sangue e alcuni tamponi a livello orale e rettale, ottiene la consegna del farmaco PrEP e la visita con l’infettivologo. Dopodiché, in caso di negatività, fa un solo accesso ambulatoriale ogni tre mesi. Viceversa, viene richiamato per essere informato sugli esiti e le terapie».
Quanto dura la profilassi?
«Il percorso PrEP si protrae per tutta la durata del comportamento a rischio. Ci sono due modalità di assunzione a seconda della frequenza dei rapporti sessuali: una quotidiana e una on demand. E’ l’utente, nel corso della prima visita, a scegliere quella più adatta alle sue esigenze e stile di visita. Il farmaco viene dispensato direttamente da noi: quando le persone vengono in ambulatorio, fanno subito il prelievo e poi la visita infettivologica ottenendo la ricettazione per i tre mesi successivi».
Gli accessi all’ambulatorio sono in crescita? Qual è l’età media degli utenti?
«Il nostro ambulatorio ha registrato, sinora, una crescita costante, in particolare nel corso dei mesi estivi, e soprattutto grazie al passa parola. L’età dei nostri utenti è piuttosto varia, spaziando dai ventenni sino a qualche over 60. Il pubblico intermedio si attesa, approssimativamente, nella fascia fra i 30 e i 40 anni, oltre a un discreto numero di under 25».
Ci sono domande ricorrenti, o falsi miti sedimentati, tra gli utenti?
«No, non dichiaratamente. Le persone, al contrario, si mostrano più informate e consapevoli di un tempo. I principali “vuoti informativi” riguardano la modalità di somministrazione on demand, che prevede l’assunzione di un po’ di farmaco prima e un po’ dopo l’esposizione al rapporto a rischio. Il vero gap da colmare non è quello sui falsi miti ma sui controlli mancati: molte persone non ne hanno mai fatto uno, e l’ambulatorio PrEP offre anche questo vantaggio. Chi intraprende il percorso di profilassi pre-esposizione si controlla con più frequenza e agisce con maggiore consapevolezza (ad esempio, usando meglio il condom)».
Criticità?
«Notiamo che all’aumento degli accessi non si accompagnata una maggiore varietà nella tipologia di utenti, quasi solo MSM (dall'inglese Men who have sex with men, ossia uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini). Tutti gli altri gruppi di persone non si recano in ambulatorio: è plausibile supporre che non ne conoscano l’esistenza. Nessuna donna cisgender, nessun uomo eterosessuale - complice l’assenza di una community identificativa e supportiva come quella LGBTQ+, che spinge i suoi membri a trovare il coraggio per effettuare controlli sanitari - si è presentata da noi: è un dato su cui lavorare».
Da quando sarà disponibile la Long-Acting PrEP?
«La nuova PrEP somministrata per via intramuscolare ha già ottenuto l’approvazione di AIFA, mentre la rimborsabilità è tuttora in corso di contrattazione. E’ verosimile presupporre che sarà disponibile entro il 2025, ma poiché si tratterà di un nuovo farmaco costoso (contro un vecchio farmaco generico dai costi ben più contenuti) si aprirà la questione della sua ”accessibilità”: quanto potremo prescriverla in base al budget a disposizione delle aziende sanitarie? Come clinici siamo impazienti di adottarla e di offrirla a più persone possibili, poiché ha dimostrato un’efficacia persino superiore all’attuale PrEP. Ma la partita sui costi resta apertissima».
Secondo UNAIDS - il Programma delle Nazioni Unite per l'Hiv e l’AIDS - entro il 2025 l'86% della popolazione con Hiv raggiungerà una carica virale non rilevabile ed il 95% delle persone a rischio di contrarre il virus avrà accesso alla profilassi pre-esposizione (PrEP). E’ una stima verosimile?
«Sulla percentuale di persone in terapia antiretrovirale siamo già ben oltre questi numeri, in termini di soppressione del virus nei pazienti in cura. L’accessibilità alla PrEP, invece, interessa ad oggi il 90% degli MSM, sebbene la metà delle nuove diagnosi di Hiv riguardi la popolazione eterosessuale (completamente assente dal nostro ambulatorio). Questa stima sarà attendibile solo se attueremo campagne di prevenzione efficaci e persuasive. Serve informare le persone sull’esistenza e l’efficacia della profilassi. Ricordando l’importanza di fare prevenzione».